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Inizia così:
Fa freddo. Le strade sono ancora inumidite dalla pioggia, nelle buche ristagna l’acqua, che si increspa a ogni soffio di vento. Forse pioverà di nuovo, continua a tuonare e qualche goccia scivola dal cielo. Le nuvole a quest’ora sono indistinguibili, prendono il cupo colore della notte. Il buio più profondo attanaglia le anime in pena, che a così tarda ora, vagano ancora in cerca di qualcosa.
Mandy percorre sicura il marciapiede, anche se la sua, più che sicurezza, è rassegnazione.
Il suo mondo è racchiuso tutto nel suo quartiere, e non è un bel posto.
Ogni città, nessuna esclusa, è divisa a metà, ovunque, non manca mai il quartiere detto “perbene” e quello “feccia”.
Nella parte “perbene” la gente si indigna davanti al male, crede nei sogni e desidera il bene anche per il suo prossimo. Spesso, infatti, organizzano feste, sagre, concerti, aste a fine benefico, per raccogliere del denaro, per salvare qualche angolo sperduto del mondo dall’esotico e impronunciabile nome.
Sono esseri caritatevoli. Peccato che tanta generosità non vada più in là del loro naso. Non vedono il degrado in cui giace l’altro lato della loro stessa città, eppure si accorgono di poveri distanti chilometri. Strano.
Il punto è, che nelle zone “perbene”, seguono le mode, sono soggiogati da esse, aiutare i concittadini attualmente non è considerato abbastanza “in” o “chic”. Essere generosi, più che un atto spontaneo, è un atto necessario. Serve a entrare nei club giusti, a sentirsi parte della società, ad avere nobili gesta con cui minimizzare gli errori del passato, nel caso ce ne fosse bisogno. Molti di loro, guadagnano così tanto, che i loro conti in banca straboccano. Per alleggerirsi dalle eccessive tasse, una delle soluzioni migliori, che propone loro il commercialista, è, guarda caso, dare un po’ del patrimonio in beneficenza.
Può essere di consolazione pensare: meglio così che niente, magari non lo fanno proprio con il cuore in mano, però lo fanno.
In questo modo, ogni anno, vengono inviati tanti soldi nei Paesi lontani, abbastanza per costruire due scuole e tre ospedali, così garantiscono i volontari delle associazioni umanitarie, eppure questo non cambia niente, quella gente resta sempre povera e dipendente dai “perbene”.
Se nulla cambia nel Paese lontano, possono sempre attribuire la responsabilità al cattivo governo che vige lì, ma come giustificare, che nella propria città, nonostante il governo sia lo stesso, una parte della città vive e l’altra deve accontentarsi di sopravvivere? È colpa dei “perbene” e della loro generosità velata di ipocrisia, o degli stessi abitanti del quartiere “feccia”, che per un qualche strano motivo non si lasciano aiutare? Nessuno di loro sembra impegnarsi abbastanza per eliminare davvero il male.
Molti si sono rassegnati, e molti altri, tacitamente, lasciano che tutto resti così per convenienza.
L’illuminazione è scarsa, hanno smesso di spendere soldi per riparare i lampioni, venivano sistematicamente spaccati con una pietra dopo pochi minuti. Spacciatori e sfruttatori per tenere aperti i loro traffici hanno bisogno dell’oscurità.
Traffici a cui spesso prendono parte anche i “perbene”. Quando alcuni di loro cercano insane tentazioni, vengono nel quartiere “feccia”. È comodo, la loro identità rimarrà nascosta, difficilmente gli capiterà di incontrare chi conoscono e possono fare tutto quello che vogliono, tutto quello che c’è di peggio da fare. Loro vivono la zona “feccia”…
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