Chi come me ama assaggiare i piatti tipici del luogo che visita, penso possa capire tutta quella serie di disagi che una viaggiatrice buongustaia incontra durante il suo cammino.
Mangiare è parte integrante del viaggio, non si può pensare, secondo me, di viaggiare mangiando fagioli in scatola e una mezza cipolla tagliata dentro per l’intera vacanza, perchè, per quanto buono possa essere questo piatto, diciamolo, fa anche un po’ tristezza! Chi mangia, viaggia solo a metà… ma ne paga anche le conseguenze una volta tornato a casa!
Il rapporto con la bilancia post-viaggio incontra un bel po’ di difficoltà, nei casi più gravi si arriva a vedere bilance volare fuori dalle finestre, seguite da un urlo agghiacciante.
DISAGIO NUMERO 1: I SOLDI PER LA PALESTRA
Da che mondo e mondo, le iscrizioni in palestra non le danno in omaggio con i detersivi, per cui se si subisce il fascino della Paella a Valencia e dell’Ovenschotel ad Amsterdam, sappiate che poi una mano al portafoglio dovrete metterla, soprattutto se è inverno inoltrato e di andare a correre fuori all’aperto non ne avete alcuna intenzione.
DISAGIO NUMERO 2: LA CERNIERA DEI PANTALONI
La cerniera dei pantaloni che non si chiude, cominciate a fare i salti mortali e numeri di contorsionismo per poter allacciare l’ultimo bottone, poi.. arriva un senso profondo di sconforto e una domanda cardine: “che diavolo mi metto?”. Questa però non è da prendere come una scusa per fare shopping, ma come uno sprone per convincersi a buttare già quei due tre salvagenti di ciccia che si sono formati sui fianchi.DISAGIO NUMERO 3: LA SONNOLENZA
Quando comincerete a prendere sonno davanti allo sportello di ritiro biglietti di un museo, allora sarà il caso di tirare le somme: o state aumentando di peso oppure siete stanchi di vedere musei!
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DISAGIO NUMERO 4: LO SPECCHIO
Appena sbuca un rotolino, ecco che l’occhio inizia a soffrire di una sorta di dipendenza da specchio, come se le maniglie dell’amore fatte di wurstel berlinesi, hamburger di canguro australiani e tortillas di patate spagnole sparissero per magia, a poco a poco, dopo ogni sguardo.
E dopo questa serie di disagi, ecco la verità.
MANGIARE IN VIAGGIO: UN DOVERE DI OGNI VIAGGIATORE
Ma io dico, come diavolo si fa a non mangiare in viaggio tutte quelle cose buone che ogni paese propone? Io sono tornata dall’on the road in Spagna con 3 chili in più di quando son partita e, seppur abbia avuto un mancamento appena salita sulla bilancia, tornassi indietro assaggerei tutto dall’insalata russa di Valencia al calamaro gigante di Malaga, con tutto quel che c’è stato nel mezzo!La cultura del paese che si visita si completa con la sua cucina, può piacere come no, può creare dipendenza come no, può comportare un dieta ferrea al ritorno, ma sicuramente, dà tanta soddisfazione!