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Manifestazione "Se non ora quando". Ecco cosa è accaduto

Da Ovverosia
13 febbraio 2011

Manifestazione quando
Articolo tratto interamente da Il secolo XIX.it
Come ha detto Angela Finocchiaro dal piazza del Popolo a Roma: «Siamo più di un milione nel mondo». E’ un giro d’Italia, ma valica anche i confini nazionali passando per alcune tappe europee, quello in cui in un viaggio si sarebbero potute incontrare tutte le donne e gli uomini che hanno voluto dire il loro «Basta!» per gli scandali legati alle feste di Arcore e, in generale, per l’immagine che viene data delle donne italiane. Sono migliaia le persone scese per le strade e le piazze del Paese, ma anche di fronte al palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra o a Parigi .
ROMA
Sulle ultime parole di Angela Finocchiaro, si è conclusa la manifestazione delle donne di piazza del Popolo a Roma. Le promotrici e le donne che sono intervenute nel corso del pomeriggio sono sul palco e ballano insieme alla folla che ha completamente riempito la grande piazza romana.
Il corteo, partito da una gremitissima piazza del Popolo, è arrivato fino a pochi metri dall’ingresso di Montecitorio, dove erano schierati circa venti tra poliziotti e carabinieri. Poco dopo, sempre in modo pacifico, i manifestanti sono stati fatti allontanare. Prima però hanno lasciato in terra una decina di pacchi con riferimenti, tra l’altro, alla legge sull’aborto, sulla procreazione assistita e al pacchetto sicurezza.
FIRENZE E LA TOSCANA
Diverse migliaia di persone - donne ma anche tanti uomini - in corteo a Firenze per esprimere «indignazione per quello che sta accadendo in Italia» e, soprattutto, per ribadire un netto «basta»: «Basta alle donne rappresentate come oggetto sessuale, donne tangenti, usate come merce di scambio». «Siamo in 30mila», hanno annunciato le organizzatrici trionfanti, alla fine. «Vergogna» è il coro ripetuto a più riprese durante il percorso. Tante le piazze affollate della Toscana all’insegna dell’appello `Se non ora quando´: si è sfilato nella giornata di oggi in 25 città della regione, in alcuni casi, anche sotto la pioggia, come a Livorno. L’appuntamento fiorentino era alle 14 in piazza dei Giudici. Il corteo, aperto dallo striscione `Rieccoci´, ha raggiunto la centralissima piazza della Repubblica percorrendo le strette strade del centro storico. Era così lungo il serpentone di persone che molti non sono neppure riusciti a entrare nella piazza, al termine del percorso, dove è intervenuta Lorella Zanardo, una delle organizzatrici, autrice del documentario `Il corpo delle donne´. Tra i primi grandi striscioni in testa al corteo il classico `Autodeterminazione´ e poi i più mirati `Non importa se è peccato, importa se è reato’ e `Le nostre figlie non sono a sua disposizione´. Nessuna bandiera di partito, come era stato annunciato. Qualche polemica, peraltro molto contenuta, ha suscitato la presenza di una bandiera anarchica. Qualcuno dei partecipanti ha chiesto che venisse riavvolta.
BOLOGNA
Altissima l’adesione alla manifestazione delle donne a Bologna. Una partecipazione così forte che ha sorpreso gli stessi organizzatori, `costretti´ ad allungare il giro previsto per il corteo, che ha deviato e ha raggiunto e invaso piazza Maggiore. Il serpentone, composto da diverse migliaia di persone (6.000 per le forze dell’ordine, 20.000 per gli organizzatori), era partito da piazza XX Settembre, nei pressi della stazione. Davanti alla testa del corteo, le donne hanno formato un cordone tenendosi per mano; dietro di loro, lo striscione `Ne´ per bene né per male unite diverse libere.
BOLZANO
«Es reicht», ovvero «Basta», è stato uno degli slogan della manifestazione per la dignità delle donne, organizzata a Bolzano da Cgil, Pd, Verdi, Sel e alcune associazioni. Circa 500 donne e uomini, secondo dati della questura, si sono riunite a ponte Talvera con striscioni e cartelli, molti dei quali in tedesco. A Trento le donne si sono invece date appuntamento in piazza Battisti per un pomeriggio di musica, teatro e letture «per ribadire la dignità femminile». All’iniziativa hanno aderito, tra l’altro, i vari partiti di centrosinistra, i sindacati confederali e l’Anpi.
COSENZA E LA CALABRIA
Una marcia per le strade del centro della città con tanti palloncini rosa, striscioni e cartelli e poi il flah mob con centinaia di libri rivolti al cielo. Ed alla domanda «se non ora quando?» la risposta, gridata in coro, «sempre». Si è svolta così, a Cosenza, la mobilitazione promossa dopo la vicenda Ruby. Un’iniziativa che ha registrato una partecipazione variegata con donne di tutte le età, appartenenti al mondo delle istituzioni e della politica, ma anche semplici cittadine, ed anche tanti uomini. Una presenza quest’ultima, che non è passata inosservata e che è stata rimarcata dai vari interventi che si sono succeduti in piazza XI Settembre dove si è conclusa la passeggiata iniziata in piazza Kennedy. Al microfono allestito in piazza XI Settembre (senza palco) si sono alternate rappresentanti istituzionali, come l’assessore provinciale Maria Francesca Corigliano, ragazze, donne, uomini ed attrici che hanno letto brani di poesie e di testi. Eva Catizone, che è stata sindaco di Cosenza, ha letto una poesia dedicata a Fabrizio De Andre tratta da un libro di Stefano Benni ed ha ricordato le donne che adesso si trovano ammassate a Lampedusa «segno del fallimento delle politiche sull’immigrazione del Governo». Un gruppo di donne del Pd è giunto a Cosenza da San Giovanni in Fiore portando la Costituzione. Oltre a quella di Cosenza, iniziative «Se non ora quando?» si sono svolte un pò ovunque. A Catanzaro e Lamezia iniziative si sono svolte stamani, ma ne sono in programma anche nel pomeriggio, così come a Reggio Calabria. L’Udc, pur non scendendo in piazza, ha organizzato incontri di carattere sociale che si sono svolti in varie città.
NAPOLI
Si è conclusa con un concerto in Piazza Dante la manifestazione indetta a Napoli dal comitato «Se non ora quando ?» con l’ adesione della Cgil, del Pd, dell’ Udi e di organizzazioni femministe e della sinistra. Un corteo (50 mila persone secondo gli organizzatori, alcune migliaia secondo le forze dell’ ordine) ha attraversato via Monteoliveto dopo il concentramento in piazza Dante. Lungo il percorso si sono uniti il sindaco Rosa Russo Iervolino, alcuni assessori comunali ed il segretario della Cgil Campania Michele Gravano. I manifestanti hanno cantato «Fratelli d’ Italia» . Poi, in piazza Dante alcuni bambini sono saliti sul palco con uno striscione sul quale era scritto «Nonno, dai il buon esempio». Il sindaco Iervolino ha parlato di «risposta inaspettata» della città, che «ha onorato la medaglia d’ oro della Resistenza».
UDINE
Sono tornate oggi a suonare, in piazza Matteotti a Udine, centinaia di sveglie in occasione della manifestazione «Se non ora quando?» per la dignità della donna. Le promotrici dell’incontro udinese hanno ripetuto così l’azione dimostrativa del 29 gennaio scorso, nello stesso luogo ma in contemporanea con le altre piazze italiane, per «dare la sveglia» ai cittadini. Nessun simbolo di partito tra la folla di manifestanti, ma numerosi rappresentanti di associazioni, sigle sindacali e forze politiche di centrosinistra. Sugli striscioni e sui cartelli, scritte come «Libere indignate orgogliose», «Dignità, democrazia e dimissioni», «Donna non oggetto ma soggetto». Alla manifestazione ha portato il saluto anche il sindaco di Udine, Furio Honsell, accompagnato dalla Giunta comunale al completo. «Vi ringrazio per essere qui a far sentire la vostra voce - ha detto il primo cittadino - e sono orgoglioso che siate scese in piazza in questa citta».
TORINO
Le fila del corteo anti-Berlusconi di Torino hanno continuato a ingrossarsi anche dopo un’ora l’inizio della manifestazione. «Siamo partiti in 50 mila, ora siamo diventati 100 mila», hanno detto alcuni degli organizzatori.
Quando la testa ha raggiunto piazza Vittorio Veneto, infatti, a centinaia di metri di distanza in piazza San Carlo hanno continuato a radunarsi migliaia di persone. In coda c’erano le «donne autodeterminate» che venerdì scorso hanno fatto irruzione nella sede regionale del Pdl.
GINEVRA E BRUXELLES
Con canti, manifesti, girotondi e cartelloni, più di 150 persone hanno partecipato oggi davanti alla sede delle Nazioni Unite di Ginevra (Svizzera) alla manifestazione `Se non ora quando?´. Donne e uomini, quasi tutti italiani, si sono ritrovati alle due del pomeriggio sulla Place des Nations per chiedere le dimissioni del premier Silvio Berlusconi e difendere la dignità delle donne. Dopo un minuto di silenzio, la folla ha risposto in coro «Adesso» alla domanda «Se non era quando?», prima di intonare un appello alle dimissioni di Berlsconi sulle note della canzone di protesta”Sebben che siamo donne, paura non abbiamo”. «Sono qui con mia figlia perchè voglio che il mondo possa vedere che l’Italia non è solo Berlusconi e i suoi festinì», spiega una signora. «Zio Mubarak si è dimesso, Papi Silvio fai lo stesso», chiede un cartellone. «Stop Pornocracy», afferma un altro mentre i manifestanti ripetono in coro «Berlusconi, Dimissioni». Anche a Bruxelles donne in giro per la città per ritrovarsi poi davanti al palazzo della Bourse.
PARIGI
Oltre un migliaio di persone sono giunte oggi davanti al Sacro Cuore di Parigi per protestare contro il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Anche a Parigi diciamo basta», «Berlusconi è tempo di dire addio», sono alcuni degli slogan scanditi dai manifestanti che continuano ad affluire davanti alla celebre basilica della capitale francese, nel quadro delle manifestazioni «Se non ora quando?».
LONDRA
Anche gli italiani di Londra sono scesi in piazza per la dignità delle donne: palloncini viola, ombrelli variopinti in una giornata piovigginosa, alcune centinaia di persone - molti uomini - si sono raggruppati sul marciapiede di Whitehall, la `strada del governo´ britannico, all’incrocio con Downing Street per la manifestazione «se non ora quando?». Mamme coi passeggini, giovani, uomini e donne di mezza età hanno ascoltato attenti i discorsi innalzando cartelloni: «Cercasi presidente del Consiglio onesto, dignitoso, rispettoso della Costituzione. Astenersi mitomani, sessodipendenti, collusi e ricattabili. Istrionismo non gradito», era lo slogan di un poster con cornice tricolore affisso alla staccionata dentro cui si è svolta la manifestazione.


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