Qualche giorno fa l’Adepp, l’associazione che riunisce gli enti previdenziali privati, ha lanciato il Manifesto per il welfare dei professionisti di cui Ediltecnico.it ha dato notizia la scorsa settimana (leggi in proposito Professionisti, il 30% guadagna mille euro al mese).
Oggi riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo dell’arch. Paola Muratorio, presidente di Inarcassa a sostegno del Manifesto Adepp.
Da quando il processo di riforma della previdenza ha coinciso con la recessione nella quale è precipitato il nostro Paese, insistiamo su temi che non si fermano alla ‘sola’ previdenza, ma guardano, anche e soprattutto, alla drammatica mancanza di lavoro per le nostre categorie e a come affrontare questo deficit.
I nostri iscritti, i nostri colleghi, ci chiedono di contare di più. Ed è giusto che sia così. Siamo oltre due milioni di liberi professionisti e siamo portatori di competenze, conoscenze e “saper fare” che rappresentano il principale se non l’unico, vero, vantaggio competitivo a disposizione di chi saprà far ripartire il sistema.
Abbiamo i numeri non solo per contare ma per concorrere a definire ed attuare gli interessi generali del Paese. E li abbiamo ancora di più dopo aver realizzato la riforma della previdenza. Adeguandola al più vasto riordino del sistema pensionistico italiano abbiamo introdotto agevolazioni per i più giovani, protezioni per gli anziani e meccanismi di solidarietà per chi ha redditi insufficienti.
Il Manifesto per un welfare dei professionisti italiani promosso dall’Adepp è un primo importante passo per renderci, al pari di altre categorie produttive, un interlocutore autorevole ed ascoltato del Governo che verrà.
Noi non vogliamo e non chiediamo, privilegi, protezioni o prebende. Ci interroghiamo ed interroghiamo chi ci governerà: sul ruolo essenziale del sistema previdenziale privato, sugli elementi chiave del rapporto tra quest’ultimo e la Pubblica Amministrazione e su come poter attivare un circolo virtuoso tra previdenza e lavoro. Non sono domande oziose. Noi, con il Manifesto, proponiamo: un modello fondato su indipendenza patrimoniale, autonomia gestionale, vigilanza pubblica; un sistema legislativo, più in linea con l’Europa, che guardi alle professioni prima che alle loro organizzazioni, senza privilegi ma senza penalizzazioni fiscali. E vogliamo infine un “welfare allargato”, dove la previdenza si integri con nuove opportunità, prima tra tutte un migliore accesso al credito.
Possiamo partire da qui per declinare i nostri interessi aiutando l’Italia a crescere, attraverso percorsi che tengano conto di chi, al nostro Paese, molto ha dato e molto potrà dare.
Il Presidente Inarcassa
Arch. Paola Muratorio