La Premier League ha pubblicato l'aggiornamento alla stagione 2013/2014 del "Premier League Handbook", che contiene tutte le regole che i Club devono rispettare per partecipare al campionato.
Come l'ottimo Daniel Geey (@FootballLaw) ha subito rilevato, questa edizione presenta una serie di novità nelle sezioni dedicate al "Controllo dei Costi" ed alla "Reddittività e Sostenibilità". Nonostante non venga fatto riferimento alcuno al concetto UEFA del Fair Play Finanziario, le misure introdotte vanno chiaramente nella direzione di favorire un equilibrio di medio-lungo termine e il pareggio di bilancio.
Vediamo un più nel dettaglio queste misure:
Costi del personale
A partire dalla stagione 2013/14 (quella in corso) le squadre che hanno un costo della rosa superiore ai 52 milioni di sterline possono incrementare il proprio costo del personale fino ad un massimo di 4 milioni a meno tale differenza non derivi da contratti stipulati prima del 31.01.2013 oppure la differenza coperta alternativamente con:
- aumenti di ricavi che non derivino dalla vendita dei diritti TV (es. matchday, merchandising)
- surplus del players' trading
In estrema sintesi i Presidenti della Premier League hanno deciso che i benefici derivanti dal forte incremento del nuovo contratto per la vendita dei diritti TV non devono essere usati (se non in minima parte) per aumentare gli stipendi dei calciatori, come invece è tradizionalmente accaduto in passato.
I limiti saliranno rispettivamente a 56 e 8 nel 2014/15 e 60 e 12 nel 2015/16 (sempre avendo a riferimento la stagione 2012/2013).
Break-Even Rule
Con un meccanismo del tutto simile a quello del FFP, i Club dovranno presentare annualmente, la prima volta il 1° marzo 2016, i propri conti riclassificati per un triennio (il primo sotto esame sarà il 2013/14) e sarà loro consentita una perdita massima di 15 milioni di sterline nel triennio senza conseguenze. Esiste una ulteriore soglia di 90 milioni nel triennio (quindi fino ad un massimo di 105 milioni di sterline di perdita complessiva), che può essere raggiunta a condizione che tale perdita addizionale rispetto a quella consentita venga ripianata dall'azionista.
Superati i 105 milioni, o in assenza di ripianamento della perdita eccedente, l'apposita Commissione che verrà costituita potrà sanzionare il Club, ad esempio inibendo la possibiltà di operare sul mercato in entrata, applicando multe in denaro o deduzioni di punti, secondo criteri che verranno successivamente definiti.
Transazioni con Parti Correlate
Il concetto è quello tradizionale, che nasce dagli IFRS (criteri internazionali per le formulazioni dei bilanci, anche noti come IAS) ed è stato anche adottato in sede UEFA: le transazioni che un Club effettua con una "parte correlata" devono essere ricondotte al cosiddetto "fair value", ovverosia quel valore che la transazione avrebbe avuto se si fosse tenuta fra due soggetti indipendenti.
La differenza fra la normativa UEFA e quella adottata dalla PL è però che nel primo caso l'operazione con parti correlate può esistere indipendentemente dalla sua rappresentazione in tal senso in bilancio mentre la Premier ha precisato che considererà operazione con parti correlate solo quelle che sono così esplicitamente definite nel bilancio della squadra.
L'effetto non dovrebbe essere molto difforme, considerando che la base di ragionamento sono gli IFRS e, quindi, un amministratore di un Club inglese non dovrebbe potersi esimere dal dichiarare in bilancio una tale operazione se la stessa ha i requisiti per cadere fra quelle con parti correlate.
Di seguito il testo completo del Premier League Handbook, da leggere online o scaricare.
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