Logica vuole che, se una “parte” ha deciso di procedere nei suoi piani a prescindere dal confronto, la trattativa è un atto formale e non sostanziale. Il Governo sa bene come procedere, che proceda, ma senza teatro. I Sindacati, da parte loro, sanno quello che vorrebbero e sanno anche che non lo otterranno. A chi giova la trattativa? Non certo ai lavoratori…
Questa crescita non vuole una distribuzione di diritti, ma uno sviluppo attraverso la competitività, che passa anche verso un basso costo di manodopera e un mercato del lavoro che avvantaggi le imprese italiane nei confronti della concorrenza internazionale. La crescita dei tempi odierni non è democratica.
Ad abbrutire la sceneggiata ci si è messa Emma Marcegaglia che, nel bieco politichese, afferma: “Vorremmo un sindacato che lotta anche fortemente con noi per tutelare il lavoro, ma che non protegge assenteisti cronici, ladri e chi non fa bene il proprio lavoro”. Se questo fosse stato il ruolo del Sindacato in italia, allora massima espressione del successo raggiunto sarebbe non nelle officine, ma nei palazzi istituzionali. Sarebbe anche in quegli uffici dove amministratori delegati si spartiscono torte pagate dai contribuenti nelle aggiudicazioni di lavori pubblici mal realizzati.
L’Italia fannullona, bambocciona, furba e disonesta non trova massima espressione nella classe operaia e nell’operato delle proprie organizzazioni sindacali. Anzi, essa è ben individuabile in quel manipolo di “proci” che nulla danno al paese, ma che, nell’attesa del ritorno di un valoroso ideale, si trovano a razziare anche il buon senso.
Il motto della Marcegaglia è: “Riforma anche senza accordo”. E l’accordo non ci sarà. Due sono le alternative. La prima vuole dato il “contentino”, per non inasprire la tensione sociale. La seconda vuole “il bastione senza carota”. Il tutto in nome di un superamento necessario della crisi, attraverso una improbabile crescita, che vuole rendere regola un eccezionale indietreggiare del diritto e del benessere. E’ la classica situazione che si risolve nel grido “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, producendo un collegiale passo indietro.
Se ci fosse “spirito imprenditoriale”, la Marcegaglia presenterebbe possibili nuove vie di sviluppo industriale, pretendendo politiche industriali per agevolarle e chiamando a raccolta i Sindacati per sostenerle dal basso.
Purtroppo, non tutti i bozzoli contengono crisalidi che diventano farfalle, in alcuni casi sono vuoti e desolanti, come le affermazioni di un rappresentante di categoria che punta il dito altrove, con scarso spirito di responsabilità, corta lungimiranza e poca onestà politica.