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Marcelo Salas : “El Matador” con il vizio degli inchini (by Marco Pontremolesi)

Creato il 11 agosto 2013 da Simo785

Marcelo Salas : “El Matador” con il vizio degli inchini (by Marco Pontremolesi)

“Che ce famo co Ronaldo noi c’avemo er Matador!”,

cantava la Nord molti anni fa. Forse, paragonare Marcelo Salas al più grande attaccante mondiale di allora, Luis Nazario da Lima ovvero Ronaldo, è un’eresia per i tecnici e gli addetti ai lavori; forse si potrebbe dire che i tifosi esagerano come sempre nella loro “estrema faziosità”; ma in questo caso il tifo non è troppo distante dall’analisi calcistica obiettiva e reale. Già, perché basta vedere i numeri di questo signore e quanto ha vinto nelle squadre in cui ha militato ( Universidad de Chile,River Plate, Lazio e Juve ) per capire che è un bomber di razza, pura e cristallina, ed è forse il giocatore più forte e rappresentativo che la nazionale cilena abbia mai schierato : anche più di gente come Figueroa, Zamorano o dello stesso Alexis Sanchez, tutt’ora in attività.

Marcelo Salas : “El Matador” con il vizio degli inchini (by Marco Pontremolesi)

In realtà, guardandolo di primo acchitto, Salas non sembrava avere quell’etichetta di “fenomeno” che ha dimostrato di guadagnarsi  sul campo; con quello sguardo paffutello dall’aria sonnolenta, quel sorriso timido ed appena accennato, quel fisico da procione e quella pancetta alcolica che gli davano un’aria goffa e un po’ corpulenta : insomma, in poche parole il cileno ha sempre dato l’impressione di essere una persona un po’ sorniona e dall’aria apparentemente poco sveglia. Però, paradossalmente, le persone con questo carattere sono dotate di grande scaltrezza, che gli permette di trovare sempre la soluzione giusta al momento opportuno. Ed infatti il cileno venuto da Temuco aveva un senso della posizione e del goal impressionante, che gli permetteva di bucare le difese avversarie in maniera quasi scientifica, “innaturale”. I suoi goal erano “velenosi”; le sue puntate, o i suoi colpi di testa, erano quasi un colpo letale che veniva assestato chirurgicamente e a cui nessuno poteva sfuggire; come quando il torero “mata” il suo toro e sa esattamente dove infilzarlo per farlo morire: altrimenti l’animale inferocito incornerà ed ucciderà lui.

Marcelo Salas : “El Matador” con il vizio degli inchini (by Marco Pontremolesi)

E così Salas, grazie alla sua spietata freddezza, ha trasformato per anni prima il Monumental e poi l’Olimpico in moderne Plazas de Toros, dove quando la partita diventava una “corrida” lui entrava in scena infiammando il pubblico, già caldo e voglioso di vedere l’avversario ferito e morente ai suoi piedi. E quando tutto ciò si realizzava con il goal era lo stesso cileno ad inchinarsi alla gente umilmente, con il capo chino ed il dito fermo alzato al cielo. Un gesto significativo, con cui voleva indicare la grandezza del pubblico che lo sosteneva e la sua immensa gratitudine nei confronti dello stesso, che non gli lanciava fiori ma cori incessanti al limite della “venerazione”.

Perché senza loro lui non sarebbe stato mai nessuno; perché senza di loro non avrebbe avuto la forza di trasformarsi in un “torero” calcistico in grado di uccidere “metaforicamente” gli avversari con implacabile vigore e precisione sottoporta; perché senza il supporto dei tifosi forse non sarebbe mai stato lui : il “Matador”.

Uno dei più grandi attaccanti sudamericani di sempre che grazie ai suoi tantissimi goal ha fatto sognare migliaia di tifosi in Sudamerica ed Europa.

 


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