Ringrazio e apprezzo gli operai che hanno votato sì e comprendo quelli che hanno votato no a Mirafiori(anche se non approvo il loro voto).
Quand’ero un giovane studente delle superiori e manifestavo a scuola e nelle strade contro il sistema (quello capitalista, ma anche quello autoritario e paternalistico, simboleggiato da un potere democristiano immobile e ingessato nel tempo, impermeabile ai cambiamenti, misterioso e criptico, come le battute e l’espressione facciale di Giulio Andreotti) cercavo l’unità con gli operai per la lotta contro quel sistema.
Non saprei dire il perchè: forse era un istinto che ho ancora dentro di me e che mi porta ad amare i deboli, gli ultimi, gli sfigati, gli sfortunati; quelli che fanno sacrifici e lottano ogni giorno, senza fregare il prossimo; quelli che magari sognano un avvenire migliore per i figli ma attraverso lo studio e l’impegno; o magari era lo spirito dei tempi che ci indicava come idoli del cambiamento in favore dei deboli e degli oppressi, Fidel Castro, Mao-tze-Tung, Lenin, Ho-chi-min (io avevo anche Gesù Cristo, nella Sua versione francescana e assai poco clericale, per la verità; ma poi tutti scoprimmo con orrore le nefandezze di questi uomini, che avevano sostituito Dio con un dogma di uguglianza e fraternità, che ha significato invece oppressione e morte per chi, nell’applicazione concreta di quel dogma, non era disposto a credere, e miseria morale e materiale per tutti; mentre da quella materiale scampavano solo i satrapi comunisti di turno: Stalin, Ceacescu, Honecker con il loro clan di spie e di torturatori).
Dalle ceneri del comunismo è risorto più forte che mai il Capitalismo, con le su contraddizioni, i suoi difetti, i suoi eccessi, ma lanciato verso il futuro senza più ostacoli, senza più alternative, unico arbitro e detentore del benessere materiale delle società; così l’India, la Cina, il Brasile e tutti i Paesi emergenti, quelli ex-comunisti, ora innalzano inni al di quattrino, padrone dei destini umani, distributore di benessere materiale, mentore di una libertà ipocrita e fallace, che lusinga, ghermisce, indottrina, incanta ed inganna, ipnotizzando le masse con il suo occhio magico, coi suoi trucchi, con le sue meschine blandizie quotidiane; mentre impera lo squallore morale, la piattezza che soffoca i sentimenti in nome del feticcio da adorare: il profitto per il capitalista in sella ed il benessere materiale, lo stipendio, il salario, un compenso per vivere con decoro e senza vergognarsi davanti ai figli messi al mondo in una società che pretende e richiede consumi in quantità industriale per perpetuare e perpetrare il proprio livello di produzione, per gli operai.
In questa situazione si è andati a votare a Mirafiori.
Certo, se avessi avuto la bacchetta magica, non avrei sistemati le cose a questo modo. Ma la situazione che si è creata nerl mondo occidentale è questa: gli ex-poveri incalzano alle frontiere e per raggiungere il nostro livello di benessere materiale sono pronti a tutto; anche a lavorare per metà salario rispetto al nostro; anche a beccarsi l’inquinamento delle acque, della terra e del cielo; e pure la diossina, se necessario e se il Grande Fratello, attraverso l’occhio magico, ne tace l’esistenza, e declama altri temi nello schermo incantatore.
Per favore qualcuno spieghi a Landini & C. che il muro di Berlino è crollato nell’89 e che se non hanno altra alternativa a quella già tristemente obsoleta del comunismo, è senz’altro meglio cercare di migliorare il capitalismo.
Anche se io preferisco parlare di dottrina sociale cattolica.
E’ chiaro dunque perchè gli operai, sia a Pomigliano che a Mirafiori, hanno votato sì; tanto più che lo Stato, in tutt’altre faccende affaccendato (e non da adesso) li ha lasciati soli, in balìa di Marchionne-Garibaldi.
Garibaldi aveva 1037 fedelissimi che lo seguivano; Marchionne ha 1037 volte il salario dei suoi operai (così ha recitato con malcelata invidia il tam-tam mediatico dei livorosi di destra e di sinistra).
E mentre Garibaldi, alla fine delle sue scorribande, ebbe in dono Caprera, dove guardato a vista dagli ex-Piemontesi, morì triste e solitario, così anche Marchionne, quando non servirà più al sistema, si ritirerà in qualche rifugio dorato, prigioniero dello stesso sistema che egli ha contribuito a creare e a rafforzare; ed anche il frutto delle sue scorribande sarà adeguatamente inserito ed accolto nel sistema, previo qualche esame attitudinale, come i 1037 reduci garibaldini accolti senza troppo entusiasmo, nell’esercito ex-piemontese.
Condividi su Facebook.