Magazine Diario personale

Mare mare

Da Lanterna
Lo so: la Liguria non è la Polinesia. E so anche che non è la Sardegna né la Grecia. È solo il posto di mare più vicino a casa mia. Solo una lingua di terra dura e sterile, abitata da gente scorbutica e sempre scontenta, che mugugna in un dialetto per niente trendy.
Eppure mi rapisce il cuore, molto di più di altri posti. Forse perché è così facile immaginare di abitare lì, senza stravolgere il mio stile di vita. O forse perché ho un'affinità con i liguri: schietti, un po' duri, anche bruschi, pessimisti, ma amabilissimi con chi entra nelle loro grazie, amici veri e leali.
Ecco, già arrivare a Levanto e poter passare il tardo pomeriggio in spiaggia, al sole, mi ha ripagata delle code intorno a Genova e del mal di denti che mi era esploso tra mercoledì e giovedì. Sabato e domenica non sono stati giorni splendidi, lo ammetto, ma ci hanno dato qualche soddisfazione tra una pioggia e l'altra: un pomeriggio con amici a Vernazza, una mattina al parco giochi e sulle giostrine, uno spettacolo di sbandieratori per le vie di Levanto.
Gli altri giorni sono stati di sole e vento: non un caldo tale da prendere il sole in serenità, ma sufficiente per leggere con tranquillità un paio di libri e fumetti, mentre i bambini giocavano con la sabbia e i sassi o guardavano le evoluzioni dei surfisti.
Cedendo alle lusinghe del consumismo, abbiamo speso una cifra imbarazzante tra giostrine a gettone e distributori di palline (come resistere ai personaggi di Shaun the Sheep?).
Cedendo alle lusinghe della gola, abbiamo mangiato quantità imbarazzanti di focaccia, ravioli e dolci.
Ieri pomeriggio, ci siamo concessi una lunga chiacchierata con gli amici dell'Erba Persa e poi siamo tornati a casa. Non torneremo probabilmente fino alla metà di agosto, e stiamo già contando i giorni. Nel frattempo, metteremo a posto le foto e cercheremo di non pensarci troppo.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :