Soffoca liberandosi l'enigma di un'idea
al termine di un'ipotesi raccolta
che non credevo di sapere.
Ora giungono quelle sfumature
di epoche atemporali
pallide e per abusi di pensiero.Il tempo mi costringe volgendo le spalle
fioccando a gocce
gli eventuali riscaldano l'aria
sublima la profusione.Maria Giovanna Ruscito ·Nulla di particolare nella quiete del cielo2-Al di là dell’estateI concisi assolati rossori
al di là dell'anzi ove
insieme esisteva
il tranquillo empireo senza fato.
Per noi solo l'adatto accettare
risplendere
fermare
aldilà della meraviglia.
Di nuovo al ghiaccio
riposano alle radici del brio asperule garganiche
ciascuna nasconde
quale difesa dall'ombra
affinché alcun frascheggio
divorzi le attese.
Sincrona scorsa,
l'incanto aleggiava.
Wordle Maximumwords70
6-attraverso l’ essenzialità essenza conforme alla danza degli avventiche trasversalmente pelagi e profondità tranciobietti le suppliche naturalima inquisisci ogni mia epocarealizzando ogni miamentre misuro copiosamente più pocodell’opulento spruzzoallatua complessione formo il tuo cieloimponderabile alleatoove eternamente affaccio eredieredi d’essere confesserannomemorizzerai me
argini aliti dislocando pascoli come crine imbrigliatead oltranza disponibili
7-Coniugazione ipoteticaSintesi che eclissa la brama circostanziata di sedimentate illazioniconiugazione ipoteticabiblica congiuntura lacerante postulato d’amata ecloga.
12-oltre lo sguardomi attardo in differenzaall’estrema scorsadi svariati paradigmi infrantioltre il crepitare dei bagliori
l’espressione riallaccia il clamoresempre ribattezzandoantenate attese
negli arrestischizzando ghirlandel’esistenza glabra della rupe
La Sábana di Ana Teresa Fernández▬ nella bonaccia marzolina ?
18-il monellola bonaccia marzolinaquando il mese monello è in quietenon mi osserva vicina da prossimo
l’inquietudine sovrasta lo spiritosediziosa lievito
24-prosènchimaprosènchima sostegnodi lunghe fibre riavvoltelegnoso bardo lucentedi mimetica essenzacostante vascellodi non trasudantioscillazioni
26- presenzaipotizzi cognizionisoffi acrilicidi schizzi abbozzatiun amalgama brulicanteopinioni chinatevandalica presenza 27-seduzionebilanciate anomalieabbaglianti quietipensate astrazioniturbolente seduzioniFlashUn nome similemi sarebbe piaciuto.Collegata sincronicamentesimultaneamente intrecciataprendo da un elencocondensazioni semantichesfilando simultaneamentematrici di lavoro.Insolite circostanzeda congelamento rapidoinessenziale processo naturaleimmortalato subitoAl barSaremmo natiin un pianeta di ghiaccio,secco.Sotto il controllodi microonde.poco del viaggio gioioso,sgradevole circostanza anzi-detta.Spengo la musica, l’assordante rumorein vista di una immensa voglia.
Esiste certamenteEsiste certamente un potenzialeche opera il decadimento,il lento tracollosino alla totale definizione
Una forza attivadall’istante dell’esplosione iniziale.Da quel preciso balenocome due facoltà, due energieuna forza ed una contro-forzaun’energia somma di dueche fan muovere le cosein modo opposto.Nulla di particolareprima del ritorno.
[da *Maria Giovanna Ruscito|L’enigma di un’idea© 2012]
Lo step-style della bonaccia marzolinadi V.S.Gaudio⁞Anni fa, ci fu opportuno parlare delle avventure audaci e sistematiche dello spirito del libeccio, sobillato da un post di Gianni Sinni, su “Il Post”, che dava all’arancione, il colore del vento che accomunava la vittoria alle elezioni amministrative di Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli. La combinazione tra giallo e rosso, scrivemmo, porta tre varianti, ci si riferiva a quanto nella rubrica dei Test che curammo per “Donna Moderna” fosse entrato in quanto colore: 1) lo spirito aperto e conciliante che soffia tra le grandi imprese e le avventure audaci; 2) lo spirito vivace e la versatilità che soffiano sull’ostinazione sistematica; 3) lo spirito discontinuo tra slancio e capacità d’azione. Tre varianti per l’animus della donna, o, quantomeno per l’oggetto “a” femminile e quindi, nel caso del vento elettorale, riferendoci all’elettorato femminile, si accennò alla pulsione che combina i due colori fallici, il rosso e il giallo e, quindi, alla scelta vincente dell’arancione, che era l’elemento cromatico del vento della vittoria in quelle elezioni amministrative riguardanti due città metropolitane così diverse, una avanzata urbanizzata, la cosiddetta fascia dell’Italia Metropolitana, e l’altra arretrata altamente urbanizzata, che è nella fascia dell’Italia dispersa e affollata.In sostanza, il libeccio, che si abbinava all’arancione, e che, a Milano, nei nostri tragitti urbani non abbiamo mai sentito che vento ci fosse, né ci era mai occorso che un qualsivoglia vento abbia mai sollevato la veste di un nostro oggetto “a” così avanzato e urbanizzato, ora che siamo qui nella poesia del mese monello, alla stessa stregua semantica e paradigmatica dei Test per “Donna Moderna”, che spirito fa soffiare? Sembra che lo spirito a volte si stia aprendo e poi c’è in sostanza questa apparente bonaccia, come se sul sintagma nominale non soffiasse più quel lieve libeccio arancione, e allora la pulsione fallica si acquieta, si fa quasi uretrale, ci vuole poco, e dall’accumulazione affettiva e dalla sintomatologia quasi feticistica si passa alle conversioni spasmodiche dovute allo schema verbale della pulsione “e”, che è quella uretrale, che soffia dentro, è come se il libeccio si commutasse in bonaccia marzolina: dall’arancione, dai colori fallici rosso e giallo, all’apparente quiete, che, però, è dentro la sintomatologia esplosiva del colore uretrale, che, allora, come sarà?Sottentra nella bonaccia marzolina quello che come immagine può essere un prato e la marzolinache in sostanza afferisce al formaggio fresco di bufala fatto a marzo , e quindi vedete come , come una manifestazione allergica, che soffia nel nome del mese, continua a soffiare un mezzo vento di Marte, che, se non è il libeccio, che è da sudovest che scompiglia il dono di sé e alimenta lo step-style tra spirito di distruzione e spirito realista, allora è evidentemente questa bonaccia marzolina, la bonaccia marziana, la bonaccia della bufala che ha lo step-style tra la dolcezza di uno spirito esplosivo e la collera di un fuochista travestito da pompiere. Il colore dello step-style della bonaccia marzolina, tolto il formaggio fresco della bufala, è di un giallo lieve, anche il limone, se vai a vedere, è nel paradigma della bonaccia marzolina, come la sabbia e la pietra pomice, il ciclamino anche e l’ocarina. O forse è il blu nero, che è il colore dell’incantesimo, seppur nella misura breve del sintagma quieto e nominale, una sorta di miraggio condensato, o un segreto, che non è detto che non abbia verbo,sangue, corpo e sesso. Dentro le cose, questo stile della contuizione , da contuitus (più come “sguardo” che come “vista”, fino a rendere immobile e nominale lo schema verbale deponente del “contueor” di “guardare con meraviglia”), opera una sorta di contrazione tra conscio collettivo e conscio personale, senza per questo accedere al significato nascosto di una cosa o di un sostantivo-archetipo, non c’è la procedura osmotica mediante un piano affettivo fatto di sentimenti, di simboli, di analogie, è apparentemente la strada della mistica ma ha l’adesione magnetica, breve, dell’amore fisico, tanto che il pansensualismo cosmico, che è sempre poco accessibile, che di solito si concede ai poeti nati in marzo, qui ha qualcosa di ancor più marginale, come se lo step-style della bonaccia marzolina avesse una lunghezza d’onda criptata: la dinamica, ma si tratta invero di quietudine di Marte, della bonaccia marzolina [i] non ha una coscienza cosmica ma è come se frammentasse non solo il reale ma anche l’etica, non ha sentimenti, simboli, analogie, è dentro questa pulsione un po’ gialla e un po’ blu-nera, una sorta di meccanismo fantasmatico che fa soffiare sempre la bonaccia marzolina tra la quiete degli schemi verbali e l’inquietudine dei sostantivi-archetipi. Lo stile della duplicità che non sa se cedere ai fenomeni di possessione o se farsi ossessionare dai fenomeni di conversione.E’ la bonaccia marzolina[ii].
[i] La quietudine di Marte, versus la bonaccia marzolina [ se fosse al polo Sud, “scorsi i primi ghiacci galleggianti il 14 marzo, a 55° di latitudine. Il Nautilus navigava in superficie(…).Verso sud, all’estremo orizzonte, si stendeva una fascia di un candore abbagliante. A questo fenomeno i balenieri inglesi danno il nome di ice blink, cioè “bagliore di ghiaccio”: per quanto spesso sia lo strato delle nuvole, questa luce che preannuncia la banchisa, non si offusca mai”(Jules Verne, Capitolo XVIII.Il polo Sud, in:Idem, Vingt Mille Lieues Sous les Mers © 1869)] sarebbe l’ice blink, il bagliore di ghiaccio. Che sembra, anche alle latitudini dell’emisfero boreale, inesplicabilmente connesso al 14 marzo. Questo stesso step-style mi fa pensare, in musica, al recente fenomeno di Joan Thiele, per la quale abbiamo parlato dell’Hot-line Blink nella puntata 28 de “La posa del caffè e la psicanalisi”, su pingapa l’8 gennaio 2016.
[ii] Noi abbiamo prestato l’I King alla poetica permettendone la definizione in merito agli Indicatori Globali usati da Abraham A. Moles [per analizzare l’immagine o lo schema: la complessità, che equivale alla misura sintattica; l’ iconicità equivarrebbe all’intelligibilità del testo; la polisemia è l’ambiguità di connotazione; la pregnanza, se in un’immagine è data dal rapporto dei contorni e dei contrasti, in un testo è svelata dal rapporto ellittico dell’entimema]. Adottando il metodo di cui abbiamo già riferito in altri studi(su Cesare Ruffato, Amelia Rosselli, Ginestra Calzolari, Marisa G. Aino) vediamo come si forma l’esagramma dello stile di Maria Giovanna Ruscito: al 6° posto la buona intelligibilità fa ottenere una linea intera▬; al 5° posto, la complessità contenuta ci dà un’altra linea intera▬; al 4° posto, l’ambiguità alta corrisponde a un’altra linea intera▬; al 3° posto, la pregnanza sufficiente è quella di un’altra linea intera▬; al 2° posto, la carica connotativa sommersa, quasi segreta, attiva un’altra linea intera▬; all’inizio, il codice più ristretto che elaborato disegna una linea spezzata …. Il trigramma superiore è Ch’ien, il Cielo, sotto il quale soffia Sun, il Vento, e non poteva essere altrimenti, tanto che l’esagramma dello step-style della bonaccia marzolina è il 44. KOU, il farsi incontro, o gli incontri improvvisi: dalla mancanza di pelle che attiene alla linea della pregnanza, come se al sintagma il camminare a volte fosse gravoso, al melone coperto della complessità, le linee sono celate, e l’immagine è quella che al di sotto del cielo c’è il vento, l’abbiamo visto, tra il giallo lieve e il blu profondo, l’immagine degli incontri improvvisi della bonaccia marzolina, e sopra, la linea intera dell’intelligibilità, dice l’I King che si fa incontro con le sue corna, la bufala marzolina, è come se ci tirasse un po’ fuori dal mondo, o dalla linea dell’orizzonte, da cui la contuizione, lo sguardo dentro le cose, quella spinta sotto, quell’imbattersi in bilanciate anomalie, abbaglianti quieti, opinioni chinate, lunghe fibre riavvolte, l’istante dell’esplosione iniziale, turbolente seduzioni, due energie, nulla di particolare prima del ritorno nella bonaccia marzolina.