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Maria Grazia Lenisa. O mia città celeste, Udine, forse?

Da Fabry2010

Maria Grazia Lenisa. O mia città celeste, Udine, forse?
(Udine. Castello)

Maria Grazia Lenisa. O mia città celeste, Udine, forse?

La cancellata della brezza s’apre in un tuffo

d’azzurro,

o mia città celeste reinventata, fluttua il pensiero,
cosciente, assoluto,

naviga il verso… sciolto

dalla forma, altre ne inventa, corpi luminosi, opachi
un tempo fuori dalla gloria.
Il pensiero di Dio già si trasforma in cari occhi
e ripete la vita negli aspetti redenti della gioia,
rinnova anche la mia giovinezza, quasi a donarla
in figure d’idillio.

Volano intorno le api tra i fiori,

trasmutano i colori, indenni e dolci le età della vita.
E, vivendo il mio ciclo e quello d’altre creature,
riscambiandoci esperienze, la Vita è ricca come
una sorgente. Entro nella ferocia che non caccia
e sazia giace ai piedi della pianta. Penetrata
la calma del sasso, mi lambiscono l’acque.
E che musica piana dentro gli alberi, ho il destino
del fusto nell’attimo della pienezza dei fiori, dei frutti.

( Da: Incendio e fuga. Bastogi 2000)



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