Pubblicato da lapoesiaelospirito su gennaio 6, 2012
Ritratto in piedi
parlato a mio padre vestito da respirante, sussurrante
albero che parla (e che mi ama), cime alla luce
occhi luminosi ogni tanto esso è qui, davanti
sta dicendo precise cose. Respira. Commenta (mi
rimprovera anche, mi contraddice).
Di pomeriggio lo vedo bene che il sole fa luce,
di passaggio di nascosto che fa luce – e
me li porto con me per digiunare gli occhi,
per le scale per le strade, poi divento normale
sottile netta, e bianca
***
Parmigiana, I
Tutti gli amori ti furono infelici perché ci credevi,
tutta vi aderivi, alle promesse
dell’essere – al suo centro, ti innamoravi della vita
del paradiso dalle palme lente e dolci
dell’amore improvviso nelle dita,
degli amanti napoletani della forza che
ti travolgeva ma di messi astrali, bianche
dita di una stella carnale
antiche passeggiate e dolci mani,
della vita sentivi lì la forza intatta infrangersi
stupita appartenente a corse, statue di gaggie
erano tonfi al cuore, desiderio e copule del mare.
Forti le braccia i baci le lusinghe,
per amore della vita che perdevi
e lenta nell’amore ti perdeva.
***
Al grande fiume
I)
Oh grande fiume che prepari
e r i p a r i
parole colpe, opere e omissioni
parolefiume e grande padre,
oh fiume lieto, energia soave
che zampilli e festeggi nelle spume
io qui seduta dirimpetto osservo
quanta lieta voglia di vivere traspare
e sento
l’aria fine che fa libero
il cuore, e le sue brume -
pupille lume ritrovato
qui a fianco, o largo fiume che
di notte affondi – e stendi
la tua seta come mano.
Taci corri separi
ma per meglio vincere
nel luccichio profondo -
fiume di cateratte buone, e anse
lente nel morso defluvio
delle reni,
scendi più solitario
e mite
oh fiume, fiume che riposi
stanco di azzurro e sedato
in più preghiere, nei molti
mezzi amori dei sentieri.
II)
Donne che cianciano moderne
donne che in bicicletta fan boccacce,
mischiate a etiopi, russe e ucraine
sentono – che qui si iscrive
volta di maestà profana e bionda,
già insediata e
rombo di cascatelle, più discorsi
del fiume, e poi – silenzio,
brune alghe saline che specchiate
in sé si volgono
nell’acqua.
Dolce ghirlanda cuce
e cuce un orlo giovane loquace
sul sentiero di muri e massi,
sotto al fiume intenti.
Ma il bel confine assurge e schiuma,
soffia via leggero
come un vento acquoso di là sul ponte
filo tranviarie macchine ed umani,
auto scorrono devote -
ma io quassù a mezzo ponte
e tu, tappeto soffio giocoso
qui nascosto
come lambivi a festa!
e dopo il chiasso,
trascorriamo insieme.
III)
Piace il fiume pettina
le sue schiave bionde, tace
le onde immobili al cammino
le compiace,
tutte le vene oblique in foce.
E piace. Tavola di luce i suoi profumi
De profundis, dice. Semplifica il giorno,
camminava.
( Antonio – dice, si compiace )
Più si spandeva più frusciava
intatto il campo del vicino,
il fiume pettinava stava
cascatelle di gola non fluiva
singole labbra non chiudeva,
schiuse schiene di alghe separava.
Come correva! Concreava
gorghi nel vuoto contro ai muri
di argini gonfi di contrade,
di topi e chiaviche, e brusche chiarità
del vento, verso di
fiume di palude ah se fluiva
dalla sorgente riva – linda riva
intonso fiume là vicino qui
lontano
al cuore casto
sotto al ponte balli – il tuo cammino,
dolce acqueo sentiero di
sorgente, castamente lieto Lui
c a m m i n a..
***