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Maria Pia Quintavalla, Testi

Creato il 06 gennaio 2012 da Fabry2010

Pubblicato da lapoesiaelospirito su gennaio 6, 2012

Maria Pia Quintavalla, Testi

Ritratto in piedi

parlato a mio padre vestito da respirante, sussurrante

albero che parla (e che mi ama), cime alla luce

occhi luminosi ogni tanto esso è qui, davanti

sta dicendo precise cose. Respira. Commenta (mi

rimprovera anche, mi contraddice).

Di pomeriggio lo vedo bene che il sole fa luce,

di passaggio di nascosto che fa luce – e

me li porto con me per digiunare gli occhi,

per le scale per le strade, poi divento normale

sottile netta, e bianca

***

Parmigiana, I

Tutti gli amori ti furono infelici perché ci credevi,

tutta vi aderivi, alle promesse

dell’essere – al suo centro, ti innamoravi della vita

del paradiso dalle palme lente e dolci

dell’amore improvviso nelle dita,

degli amanti napoletani della forza che

ti travolgeva ma di messi astrali, bianche

dita di una stella carnale

antiche passeggiate e dolci mani,

della vita sentivi lì la forza intatta infrangersi

stupita appartenente a corse, statue di gaggie

erano tonfi al cuore, desiderio e copule del mare.

Forti le braccia i baci le lusinghe,

per amore della vita che perdevi

e lenta nell’amore ti perdeva.

***

Al grande fiume

I)
Oh grande fiume che prepari

e r i p a r i

parole colpe, opere e omissioni

parolefiume e grande padre,

oh fiume lieto, energia soave

che zampilli e festeggi nelle spume

io qui seduta dirimpetto osservo

quanta lieta voglia di vivere traspare

e sento

l’aria fine che fa libero

il cuore, e le sue brume -

pupille lume ritrovato

qui a fianco, o largo fiume che

di notte affondi – e stendi

la tua seta come mano.

Taci corri separi

ma per meglio vincere

nel luccichio profondo -

fiume di cateratte buone, e anse

lente nel morso defluvio

delle reni,

scendi più solitario

e mite

oh fiume, fiume che riposi

stanco di azzurro e sedato

in più preghiere, nei molti

mezzi amori dei sentieri.

II)

Donne che cianciano moderne
donne che in bicicletta fan boccacce,

mischiate a etiopi, russe e ucraine

sentono – che qui si iscrive

volta di maestà profana e bionda,

già insediata e

rombo di cascatelle, più discorsi

del fiume, e poi – silenzio,
brune alghe saline che specchiate

in sé si volgono

nell’acqua.

Dolce ghirlanda cuce

e cuce un orlo giovane loquace

sul sentiero di muri e massi,

sotto al fiume intenti.

Ma il bel confine assurge e schiuma,

soffia via leggero

come un vento acquoso di là sul ponte

filo tranviarie macchine ed umani,

auto scorrono devote -

ma io quassù a mezzo ponte

e tu, tappeto soffio giocoso

qui nascosto

come lambivi a festa!

e dopo il chiasso,

trascorriamo insieme.

III)

Piace il fiume pettina

le sue schiave bionde, tace

le onde immobili al cammino

le compiace,

tutte le vene oblique in foce.

E piace. Tavola di luce i suoi profumi

De profundis, dice. Semplifica il giorno,

camminava.

( Antonio – dice, si compiace )

Più si spandeva più frusciava

intatto il campo del vicino,

il fiume pettinava stava

cascatelle di gola non fluiva

singole labbra non chiudeva,

schiuse schiene di alghe separava.

Come correva! Concreava
gorghi nel vuoto contro ai muri

di argini gonfi di contrade,

di topi e chiaviche, e brusche chiarità

del vento, verso di

fiume di palude ah se fluiva

dalla sorgente riva – linda riva

intonso fiume là vicino qui

lontano

al cuore casto

sotto al ponte balli – il tuo cammino,

dolce acqueo sentiero di

sorgente, castamente lieto Lui

c a m m i n a..

***


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