di Iannozzi Giuseppe
…scritta in un momento
d’infinita solitudine,
forse per questo perfetta
E tu invecchierai
Invecchierai
cogliendo del prato
i fiori più belli
Ed io avrò ancora la mia penna,
la sedia su cui ieri e oggi siedo
muto con il solito vecchio sguardo
E tu nasconderai i polsi
perché non si vedano i segni del suicidio
Dirai a tutti d’aver posseduto
mille amanti e mille stelle ai tuoi piedi;
e a dio racconterai di come il sole
al mattino spogliava la tua bellezza
Io invece continuerò con una mano
a pettinare la barba bianca,
mentre la destra impegnata a scrivere
quanto forte fu per te il mio amore,
sconsiderato e giovanile
In una melodia lontana le tue parole,
le tue tante parole dolci all’orecchio;
e la mia testardaggine confortata
nascosta sotto il lume d’un lampione,
sotto il ponte dove il fiume
dei nostri primi baci scorre rapace
Ti nasconderai ancora da me
con allegria, ma stantia
rivangando la mia età già antica allora
Ti basterà però un momento per capire
che non sono cambiato affatto
nel tessuto delle rughe, nell’ordito
di quelle poesie che non osai
E in un sussurro mi confesserai
che ho vinto il tempo
senza mai possederti veramente;
a capo chino io dirò che è vero,
che è vero che per paura
non sei cambiata;
e ancora ti scoprirò bambina