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Marina Abramović, lo spazio tra attore e vita

Creato il 20 marzo 2013 da Sulromanzo

Balkan BaroqueSerba, nata nel 1946, Marina Abramović è un’artista fondamentale del Novecento, e continua ad esserlo anche nei cosiddetti Anni Zero.

 

Performer, per la precisione. E le sue performance, come poche altre, riescono a indagare con ferocia i limiti del corpo e la “presenza” dell’artista, nel senso letterale del termine, oltre che il dialogo intrattenuto da questi elementi con chi osserva l’arte nel suo farsi.

 

Dalla serie “Rhythm”, in particolare Rhythm 0 del 1974, in cui l’artista si concede al pubblico, priva di volontà, a The Abramovich Method, del 2012, lavoro composto da tre performance fra cui l’intensissima The Artist Is Present, non sono mai mancate le polemiche attorno al suo lavoro e alle sue modalità di espressione.

 

Secondo un’intervista rilasciata ad ArtDaily da Jorn Weisbrodt, direttore artistico di Luminato, festival delle arti e della creatività di Toronto che si terrà dal 14 al 23 giugno 2013, l’artista presenterà un’installazione-performance che rappresenterà il punto più alto del “metodo Abramović”, un’azione artistica in cui i visitatori saranno invitati a indossare camici bianchi e cuffie, per “disconnettersi” dal mondo, salvo poi essere invitati a documentare la loro esperienza.

 

Non sarà qualcosa di convenzionale, e di questo c’è da essere più che sicuri.

 

Per chi fosse interessato ad approfondire, non sono pochi, i testi dedicati alla performer di origini serbe, anche se pochi scritti in lingua italiana. Da segnalare, comunque, almeno il testo di James Westcott, Quando Marina Abramović morirà, edito da Johan & Levi e il cofanetto dvd+libro Marina Abramović. The artist is present, per Feltrinelli.

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