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Marina Abramovic: the artist is present!!!

Creato il 21 aprile 2014 da Artesplorando @artesplorando
Certamente protagonista dell'arte contemporanea più recente è Marina Abramovic. Artista concettuale serba, nata a Belgrado il 30 novembre 1946. Ha studiato alle accademie di Belgrado e di Zagabria, ma ha svolto la sua ricerca nell'ambito sperimentale della Body Art indagando, anche con violenza, sui limiti fisici e psichici del proprio corpo e della propria mente (serie Rhythms, 1970-74). Nel 1975, stabilitasi ad Amsterdam, ha conosciuto il suo futuro compagno Ulay (nome d'arte di Uwe Laysiepen,  Solingen 1943), con il quale ha lavorato fino al 1988 creando performances incentrate sui temi della sofferenza, considerata un necessario percorso catartico (Relation in movement, Biennale di Venezia 1976), o dell'amore, ripercorso attraverso serie di immagini fotografiche riproducenti gli artisti in pose d'effetto teatrale (Anima mundi e Modus vivendi, dal 1983; ecc.); il contatto con culture diverse, attraverso i lunghi viaggi in India, in Australia, nel Tibet, in Cina, ha reso più complesse le performances della Abramovic e di Ulay che hanno raggiunto profondi stati meditativi (serie Night sea crossing, 1982-84). Dopo l'ultimo progetto elaborato insieme a Ulay, The Great Wall walk (1988), consistente nel percorrere, partendo ognuno da un estremo e incontrandosi al centro, la Grande muraglia cinese, la Abramovic ha continuato da sola la propria ricerca volta anche ad analizzare l'energia concentrata in pietre e metalli con serie di sculture, 'oggetti transizionali', di rame, di quarzo ecc., che coinvolgono lo spettatore invitandolo a ricercare quella stessa energia (Green dragon, 1988; Black dragon, 1990). Ha ottenuto nel 1997 il Gran premio della Biennale di Venezia.Tra il 1989 e il 1994, in collaborazione con Ch. Atlas (Saint Louis 1949), ha elaborato Biography, un lavoro che ripercorre, intrecciando performances, videoregistrazioni di esperienze precedenti, scritti e fotografie legate all'infanzia o al rapporto con Ulay, le sue più profonde motivazioni, le tappe fondamentali della sua esistenza.
Ma sopratutto credo che la Abramovic abbia creato una delle performance più coinvolgenti di sempre. Settecento ore di azione, mezzo milione di partecipanti: toccati nel profondo da un’esperienza unica. The artist is present entra nel progetto che, tra marzo e maggio 2010, ha trasformato gli spazi del MoMA di New York nel teatro di un intimo abbraccio con il mondo.
Insomma una figura inquieta e affascinante, quella di Marina Abramović: capace di trasformare il concetto di performance grazie ad un rinnovato senso di partecipazione del pubblico. Già con Imponderabilia, lavoro del 1977, che l’ha vista sostare nuda insieme al compagno Ulay sulla soglia di una delle sale della GAM di Bologna: obbligando i visitatori, per entrare, a vincere il proprio imbarazzo. Perché per accedere all’arte è necessario mettersi in gioco.

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