Il Ministro Fornero ha pianto perché sotto scacco del Pdl, perché impossibilitata a fare diversamente, perché costretta da un veto sulla manovra a dover fare e poi dire – lei – ad alta voce, davanti agli italiani, dopo averci posto la firma su quel provvedimento che le costerà un giudizio storico pesantissimo, che un pensionato nella fascia che va da un reddito mensile minimo che sta sotto i 500 euro a quelli che arrivano a 900 euro circa, non avrà quella ventina di euro lordi di indicizzazione sull’inflazione.
La manovra, che forse per una volta ha ragione Berlusconi, brutta come è, solo con la fiducia su tutto il pacchetto potrà passare il vaglio delle camere, non colpisce solo i più poveri, ma i più deboli.
I giovani che troveranno meno lavoro, anche se era inevitabile una riforma delle pensioni, in fondo anche se contrari ne siamo tutti consapevoli, le donne colpite indirettamente da tutti i provvedimenti e gli anziani. Un anziano in Italia spesso è malnutrito. Pensate a una coppia di over 70enni con una pensione di 700 euro, quelli a cui sarebbe stato tolto l’adeguamento all’inflazione… come avrebbero fatto a vivere? A curarsi, ad aiutare i figli in cassa integrazione? A pagare le bollette?
Sono pochi soldi è vero, ma quando vedi che l’aumento Irpef sui redditi superiori ai 75mila euro non c’è, quando ti accorgi che è stato messo sui redditi scudati solo un vergognoso 1,5 % in più di tassazione… capisci che quella ventina di euro (anche meno) aiuta un anziano a vivere, a comprarsi la pasta, i pomodori per cucinarsi il sugo, per tutta una settimana.
La Fornero ha pianto e un po’ ha salvato la faccia ai suoi colleghi, a questo Paese ingiusto, a Mario Monti che ha improvvisato una manovra dentro la manovra per salvare la fascia intermedia di reddito che arriva fino ai 900 euro. Perché, anche se costretti a elaborare un documento a favore dei benestanti, da questo Parlamento in cui la maggioranza è ancora di Berlusconi, non scordiamolo, si sono resi conto in extremis che non si sarebbero più potuti guardare allo specchio compiendo un’ingiustizia così abominevole.
E ancora una volta, giudicatela come volete, una donna nonostante le lacrime, ha preso in mano la situazione, ci ha messo la faccia, e con coraggio ha raccontato con le sue emozioni, lo schifo che questo Parlamento di nominati li ha costretti a fare (Leggi il testo completo del decreto “Salva Italia”).
Salvata l’Italia dal fallimento, si vada al voto e si dia a forze nuove di governo, a persone con una dignità la possibilità di rifondare questo Paese su basi di equità e giustizia sociale. L’amnistia, l’indulgenza, la misericordia l’abbiamo già spesa negli anni ’50 verso chi era stato fascista e si era riciclato democratico nel giro di pochi mesi. Spero vivamente di non vedere mai più questi parlamentari, ex ministri, e compagnia cantante, rappresentarci in nessuna sede. La pazienza è terminata e le lacrime pure.
di Claudia Sarritzu
(6 dicembre 2011)
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