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Mario Monti attacca lo Statuto dei lavoratori!

Creato il 13 settembre 2012 da Freeskipper
Mario Monti attacca lo Statuto dei lavoratori!Così il premier Mario Monti collegato in videoconferenza durante un convegno dell'Università Roma Tre: “Certe disposizioni dello Statuto dei lavoratori ispirate all'intento nobile di difendere i lavoratori hanno determinato insufficiente creazione di posti di lavoro. C'é una crisi di rigetto dell'integrazione accelerata dalle misure per rendere efficace la governance dell'euro e per questo ho proposto a Van Rompuy un incontro affinché si discuta come la politica possa atteggiarsi in modo diverso per affrontare i problemi di fondo tra i cittadini dell'Ue. Quando le ostilità sono tra i popoli questo è grave. A proposito del ‘governo dei banchieri’ - ha tenuto a precisare il premier - inviterei coloro che coltivano questa suggestiva caccia alle streghe a guardare in faccia i provvedimenti presi. Se non fossimo passati all'euro i prezzi di beni e servizi in Italia sarebbero più alti di quelli che sono. Il passaggio all'euro non è solo un cambio di moneta, ma anche un cambio di metodo di governo. Per evitare il tracollo finanziario l'Italia ha imposto provvedimenti che stanno portando prezzi alti per cittadini e imprese. Provvedimenti che sono stati presi su proposta del Governo con l'appoggio del Parlamento e dei gruppi che ci sostengono. Ho cercato di evitare che l'Italia avesse bisogno di un tipo di aiuto e di programma che comportano una ulteriore, asimmetrica, pesante cessione di sovranità: si tratterebbe di una ‘sorta di commissariamento’. L'agenda Monti spera di trasformarsi per la fine del Governo in una serie di acta. Per il dopo - ha proseguito - una volta che ci sarà un altro Governo e un altro Parlamento personalmente sarò lieto se le cose nelle quali abbiamo creduto e che in parte siamo riusciti a realizzare, solo in parte per ragioni di tempo, possano avere un pieno sviluppo, naturalmente con tutte le correzioni ritenute necessarie. Sono molto sereno. Su cosa preveda l'agenda dei futuri Governi saranno i futuri governi a metterlo a fuoco, ricordiamo che molto dipenderà dall'Europa. E' più facile conquistare e mantenere prestigio a 360 gradi se si è al di fuori della politica - ha infine concluso - e io non ho mai aspirato al ruolo di tecnico di area".
LA COLPA E' DI MONTI, ALTRO CHE STATUTO DEI LAVORATORI! di Antonio Di Pietro. Cosa si fa quando non si è abbastanza onesti da riconoscere un fallimento? Si cerca qualcuno a cui dare la colpa e poi la si butta in caciara. E’ quello che ha fatto oggi il professor Mario Monti, che per coprire il disastro della sua politica economica e sociale dà la colpa allo Statuto dei lavoratori, cioè ai diritti dei lavoratori. Detto senza mezzi termini, è una balla grossa come una casa. Anche i sassi sanno che se gli investitori non portano soldi in Italia è per ragioni che con i diritti dei lavoratori non c’entrano niente. A bloccarli è l’enorme burocrazia che non solo rallenta tutto ma genera anche una ancora più immensa e proibitiva corruzione. E’ la tassazione sulle imprese e sul lavoro, che non ha pari in Europa. E’ l’evasione fiscale e la fuga dei capitali all’estero, che ammazza le imprese oneste. Ci venisse a dire, Monti, quanti posti di lavoro ha creato la soppressione dell’art. 18. Non lo ha fatto e non lo farà, perché la risposta è: nemmeno uno, anzi in questi giorni sono iniziati i primi licenziamenti per ragioni economiche, con le clausole previste dalla Fornero. L’attacco allo Statuto dei lavoratori è una fredda provocazione messa in atto per nascondere il fatto che la politica lacrime e sangue, il taglio drastico delle pensioni, la legge sui licenziamenti facili della Fornero, l’aumento spropositato delle tasse e la mancanza di provvedimenti per la crescita non hanno portato nessunissimo risultato positivo mentre gli esiti disastrosi sono sotto gli occhi di tutti: recessione, disoccupazione e povertà. Per giustificare e occultare i suoi fallimenti il governo mira ora a creare conflitti sociali ingovernabili, di cui l’Alcoa rappresenta la punta dell’iceberg. Monti può mettersi l’anima in pace. Noi non ci facciamo ingannare e non si faranno ingannare i lavoratori e i cittadini. L’attacco allo Statuto dei lavoratori ci spinge a portare avanti con energia anche maggiore la raccolta firme sui referendum che partirà il prossimo 12 ottobre. Non si tratta di tornare al passato, ma di garantire un futuro alle nuove generazioni, e non sarà possibile senza ridare pieno corso al più fondamentale tra i diritti garantiti dalla nostra Costituzione: quello al lavoro.

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