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Quando aveva cominciato un anno e mezzo fa sembrava un alieno, o ancor meglio un robot, come inquadrato da Crozza: una sorta di entita' severa ed imparziale che, seguendo la logica delle riforme che aveva in testa, aveva saputo distribuire onori e oneri all'uno e all'altro, in nome di un alto interesse comune. Robot perche' qualunque gesto o risoluzione, apparentemente, non aveva nessuna particolare connotazione privatistica: tutto gia' esisteva in una sorta di iperuranio di decisioni politiche. A Monti il solo compito di pescare un bigliettino e assegnarlo al soggetto preposto a metterne in pratica il contenuto, perche' cosi' andava fatto e perche' cosi' era giusto fare. Un esempio di politico responsabile, conscio del proprio ruolo e delle sue responsabilita' e proprio per questo dimentico delle proprie ambizioni personali o di partito: con lui, niente piu' battaglia tra schieramenti, discussione si', ma niente piu' populismo, solo lavoro e responsabilita' per tutti.
E' stato un bel sogno da cui ci siamo bruscamente svegliati. Tralasciamo l'analisi sull'operato del suo governo: si possono avere diverse opinioni e le motivazioni degli obiettivi dichiarati ma non (o parzialmente) raggiunti possono ascriversi a svariati fattori e interessi corporativi. Concentriamoci su cio' che e' avvenuto dopo: la discesa in campo di Monti e la credibilita' che quest'uomo ha perso giorno dopo giorno.
Tredici mesi spesi a dire che non si sarebbe mai ricandidato, che era solo un tecnico e che non si sarebbe schierato. Tredici mesi spesi a dire che sarebbero stati anni di sacrifici, che l'aumento delle tasse era necessario a salvarci e che, sopportandolo, saremmo risorti dalle nostre ceneri. Tredici mesi spesi a dire che chi avrebbe promesso una riduzione delle tasse non avrebbe fatto l'interesse dell'Italia e che, a breve termine, la situazione tasse non sarebbe potuta cambiare, pena buttar via quanto fatto fino ad ora. Tredici mesi e una constatazione: pagare non piace a nessuno ma, finalmente, ecco una persona che dice le cose come stanno. Al quattordicesimo mese, buttiamo via tutto: Monti si candida, dopo un lungo tira e molla e qualche escamotage per non far sembrare la candidatura come tale.. Cavallo di battaglia? Riduzione dell'un per cento della pressione fiscale. Ma vaffanculo!
Fara' almeno una lista di gente seria? No, comincia a candidare cani e porci (anche se, al momento, meno cani e mono porci di alcuni deputati dei giri precedenti) forse perche' lo danno come terza o quarta forza in Italia e non se l'aspettava, e allora cerca di recuperare la china candidando personaggi bizzarri. La Vezzali, per esempio: campionessa e cazzi di scherma ma gia' con il pdl e compromessa da una ridicola frase detta a porta a porta che l'ha resa un personaggio schifoso a piu' di mezza italia. Annalisa Minetti, cantante e paratleta: non che cantanti o atleti non possano fare i politici ma perche'? Che bisogno c'e'? Monti, perche' proprio tu? Un carrozzone di gente con tanto di rappresentanti di associazioni gay assieme a cattolici ultra ortodossi tipo Binetti e vari: magari ci sara' davvero discussione ma piu' probabilmente solo il solito gran casino. E poi un'altra considerazione: in tema di rinnovamento della classe dirigente, caro Mario, non potevi almeno tirar fuori dal cilindro un delfino che facesse le tue veci? L'avresti seguito da padre nobile (tanto e' di moda!) e avresti salvato la faccia. Invece no, perche' neanche tu riesci a resistere al fascino della poltrona alla tua veneranda eta'.
Ultima considerazione: lo spot di Monti al governo e' stato Europa e modernizzazione, sotto tutti i punti di vista. Dal punto di vista politico, modernita' significa sicuramente bipolarismo, modello USA: d'accordo o no, e' in questa direzione che le grandi democrazie europee stanno andando. Monti con la sua candidatura che ha fatto? Ha di fatto smontato la (gia' remota a questa tornata) possibilita' di un'effettiva contrapposizione di due poli durante queste politiche. Ha proposto un'alternativa di "centro" rifiutando di allearsi con il PdL. Sotto questo punto di vista, in barba al predicare modernita', ci ha fatto regredire politicamente di un bel po' di anni. E non sono considerazioni puramente astratte: anche in questo ambito avviene un'evoluzione che ha i suoi tempi e le involuzioni si pagano in termini di decenni. Secondo me, una volta candidatosi, doveva tentare di allearsi col PdL ridimensionando la figura di Berlusconi. Quella sarebbe stata una strada che a lungo termine avrebbe potuto anche essere letta con coerenza rispetto a quanto detto e fatto nei suddetti tredici mesi e che magari avrebbe fatto pure bene al paese.
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