Tutti siamo a conoscenza del “gioco” che fanno i media in questi giorni provando ad indovinare quali saranno i dodici ministri che il nuovo esecutivo guidato da Mario Monti deciderà di nominare. In campo ci sono candidature di “tecnici” e di qualche “politico” isolato, le cui possibilità di nomina sono però davvero scarse.
In mezzo a questo carosello di personaggi che vengono evocati quotidianamente, ci sono delle analogie, dei collegamenti tra alcuni di loro in un contesto poco rassicurante. Non nel senso che stiamo per finire in mano a dei malviventi, ma semplicemente
perché il grande timore, grande al punto da risultare certezza, è che la presenza di alcuni di questi individui cozza con quelle promesse di equità e distribuzione dei sacrifici fatte dal neo Presidente del Consiglio.
Mi spiego. In corsa per la direzione di tre ministeri chiave – Istruzione, Welfare e Giustizia – ci sono nientemeno che tre nomi proposti (imposti?) dal Vaticano: Lorenzo Ornaghi, Carlo Dell’Aringa e Cesare Mirabelli. Ragionando un momento sul significato di queste candidature, viene spontaneo storcere il naso pensando che solo qualche mese fa si chiedeva di spalmare il peso della crisi anche sui privilegiati, estendendo ad esempio regole che valgono per tutti, come il pagamento delle tasse, anche alla Chiesa. Non già per le associazioni senza scopo di lucro o di beneficenza, ma solo e soltanto per quelle che, ingiustamente, non versano contributo alcuno a fronte dello svolgimento di una attività commerciale.
È rimasto, come prevedibile, un richiamo inascoltato. E oggi, anzi, il potentato cattolico tenta con nuovo vigore di influenzare la vita dello Stato, provando a inserire uomini di fiducia negli apparati che da sempre gli consentono di far pesare il suo ruolo sociale: scuola, assistenza sociale, giustizia. Mi domando: posto che il problema è a monte – e sta nel fatto che la Chiesa e lo Stato dovrebbero restare due entità nettamente separate – un uomo come Monti non dovrebbe essere in grado di tenere fuori dalla porta, in un momento tanto drammatico, le ingerenze vaticane? Bisogna sempre cedere ai diktat dei cardinali nel momento in cui sarebbe necessario invece togliergli la montagna di privilegi di cui, da migliaia di anni e solo in Italia, godono?
Written by Frenchi