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Mario Monti e l'approccio del sindacato

Creato il 11 dicembre 2011 da Alessandrobaldini
Mario Monti ora dovrà affrontare una delle prime sfide al suo governo, l'incontro con le parti sociali, i sindacati sono ovviamente sul piede di guerra per questa manovra, e sono in procinto di proclamare uno sciopero generale.
Quello che i sindacati vogliono, è una rimodulazione della manovra, per fare in modo tale da ridurre il peso dei sacrifici e i tagli che attendono tutti, questo perchè secondo il loro punto di vista, risulta estremamente iniqua.
La manovra non potrà in ogni caso essere leggere e termini di trattativa sono a tutti gli effetti molto stretti, questo perchè la lettere di impegni presa in sede europea, è per i partner europei, una programma che dovrà essere attuato.
Mario Monti è consapevole di questo ed è consapevole del fatto che la gente dovrà comunque sostenere il peso di una manovra correttiva di grande entità, dovendo ancora una volta stringere i cordoni della borsa.
Anche se il sindacato dovesse riuscire a far rimodulare questa manovra in favore di provvedimenti più leggeri, certamente quello che pesa in questo momento è il reperimento di quelle risorse per far quadrare i conti.
Certamente il sentimento popolare in questo momento, oltre ad essere inquieto per il futuro è non particolarmente positivo nei riguardi della comunità europea, vista come un ente esterno estraneo alle nostre questioni interne.
Ma il peso della politica economica europea, incide molto nei destini dell'Italia, la lettera di impegni è di fatto una promessa di attuazione di misure drastiche e straordinarie, che Mario Monti dovrà portare avanti.
Il fatto che il sindacato minacci uno sciopero generale, sicuramente è vissuto non come una emergenza dal governo, questo per una serie di fatto che adesso andrò ad illustrare, il primo per tutti, la frequenza degli scioperi.
La frequenza degli scioperi di questi anni, ha fatto sì che il suo potere dissuasorio, perdesse con il tempo di efficacia, questo nella misura in cui, uno scioperò perchè sia un successo, ha bisogno di una adesione massiccia.
Ma in Italia, questo tipo di meccanismo, si blocca e si perde nei singoli individui, la mentalità italiana è per sua tradizione individualista e questo non consente che il peso degli scioperi abbia una valenza come ad esempio quella francese.
Ci penalizza una visione molto personale della nostra situazione interna e un senso di appartenenza al territorio italiano, estremamente frammentato e uniforme, dall'altra c'è un'altra valutazione da fare.
In questi ultimi anni il sindacato italiano, si è particolarmente distinto per la capacità di intercettare il malumore del paese, utilizzando il metodo dello sciopero sistematico, ma senza proporre validi programmi alternativi ai problemi che penalizzano il nostro paese.
Mario Monti mette in atto il suo intento, concertazione con la parti sociali, bisognerà però poi vedere, quanto il sindacato nostro sia in grado di portare innovazione in termini di modernità, a un paese che volente o nolente sta cambiando volto in molte cose.
Buona serata e buona navigazione Nicky Brancatelli e Alessandro Baldini 

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