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Mariolina De Angelis, La notte accanto

Creato il 05 luglio 2010 da Fabry2010

Mariolina De Angelis, La notte accanto

Franto il sonno
in rivoli si perde.
Si scioglie nel buio
o saltella in granelli di cristallo.
Piccole sfere magiche
giocherellano e rimbalzano.
Dimorano dove
moltitudini s’aggirano
che dal silenzio vengono.
In viaggio il sonno è inquieto
nella danza della notte.
Ci domina.

Da La notte accanto
di Mariolina De Angelis

Un tempo di piuma
tra le mani.
Ore d’attesa,
piccole speranze.
Una rosa abiterà quel vaso,
una voce accarezzerà un sogno.
Siederò in una poltrona di broccato,
il tempo buono intorno.
Ora vorticano solo minuti
senza pietà.

Il vento della notte
scortica la pelle
lacera le figure della mente,
appanna lo schermo del ricordo.
Un tempo, un soffio di note consolava.
Formata d’aria e silenzio
l’assenza abita
pareti nelle case
i velluti dei boschi
trasparenze marine.
Stende ali di tenebra
e avvolge,
ammalia e incanta.
In filamenti di pioggia
attraversa la luce
cuce dialoghi antichi.
Più forte di una presenza
l’assenza resta accanto

La finestra serrata
si spalanca sulla notte.
Muti scenari
sfere e stelle sonnambule
entrano tra luci e ombre.
La nuvola prende forma
ancora racconta l’infanzia.
Sovrasta ogni cosa
l’urlo del presente.
Oscilla l’Orsa Maggiore.

Franto il sonno
in rivoli si perde.
Si scioglie nel buio
o saltella in granelli di cristallo.
Piccole sfere magiche
giocherellano e rimbalzano.
Dimorano dove
moltitudini s’aggirano
che dal silenzio vengono.
In viaggio il sonno è inquieto
nella danza della notte.
Ci domina.
Siamo i suoi frammenti.

*

I Monti Pallidi

Nel freddo solare
case di pane e lindore,
bovindi rigonfi di giochi e risa.
Lontane le ombre.
Fermo il passo e lo sguardo.
La neve sui rami
tra i profili dei monti
e il bianco della luna.
Azzurre sinfonie volano
tra le leggende.
Le fanciulle immortali
a mezzanotte si possono
incontrare.

*

A Gertrud Kolmar

Laghi della notte i tuoi occhi
quando nel parco di Finkenkrug
passeggiavi coi passeri,
sfiorando il sogno d’amore.
Stringevi nella mente
il bambino nella culla.
Ma il canto del gallo nero
S’alzava sulla
“Notte dei cristalli”.
Infrangeva il sogno
e le vetrine.
Tu, hai salvato il cuore.



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