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Marion odia. La polizei non può sparare.

Creato il 11 novembre 2010 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Ogni tanto succede qualcosa per cui la vita da esuli si movimenta improvvisamente.

Ricordo la grazia di Derrick quando entrava nelle case dei sospettati o dei parenti delle vittime.
Tutti gli offrivano da bere, ma lui niente. Imperturbabile.

- Nonna, perchè non beve?
- Sta “in servizio”, non può bere.
- A Derrick, e bevitela na cosa no?- Bofonchiava mio padre dal letargo della poltrona.

Bah.
Solo in un episodio l’ho visto sbilanciarsi: si era leggermente commosso quando gli hanno fatto fuori il medico.
Ma non tutta la polizia crucca ha l’eleganza di Derrick.

Un sabato Isolde, la mia collega di Potsdam, mi invita ad una mostra alternativa di un collettivo di non  so cosa, che predica non si sa bene cosa.
È in un palazzo di Mitte, dalle parti di Oranienburger str. vicino il più famoso (e più serio) C/O Berlin, una ex scuola adibita a spazio espositivo.

Non  c’è nessuno in questo palazzo. Siamo io e Isolde che, sole, vaghiamo per i piani dell’edificio . Ci sono resti di pizza, birre semi aperte, e buchi nel muro.

- Sarà questa la performance – dice Isolde nell´imperfetto italiano che le ho insegnato.
In un angolo del fatiscente edificio, tale almeno in confronto all´eleganza della via sottostante,
c’è una tela (l’unica) sulla parete, dipinta con il vomito.
- Forse l´artista dice il suo malessere cosí.
- No, Isolde, è davvero vomito!
- Ah

Isolde si sta pentendo di avermi proposto sta ciofeca. Lo so. Lo leggo tra le righe del suo sguardo, tra le pieghe delle sue unghie da porco. Era indecisa se venire qui o andare all’esposizione ” Die Welt der Reptilien“: il mondo dei rettili, la più grande fiera sui rettili di tutta la Germania Orientale.
Poi ha optato per questo “vernissage”. Comunque il livello di schifo è il medesimo.

Mentre medito sul buco nel muro come possibile manifesto dell’horror vacui metropolitano, sento Isolde gridare. Corro giù per le scale e vedo un poliziotto che la tiene ferma sulla parete.

- Chi siete? Che fate qui?- grugnisce il poliziotto in un tedesco volutamente incomprensibile (per fortuna che c’era Isolde, altrimenti la facevo io una performance per sordomuti).
- Siamo venute alla mostra.
- Mostra, che mostra? Non c’è nessuna mostra – dice una poliziotta, sbucando dal piano terra.

Isolde le porge un volantino spiegazzato, mentre comincia a frignare.

Io rimango fredda e penso ai rettili.

Il poliziotto minaccia di denunciarci al proprietario dello stabile.

Allora capisco e associo i resti di pizza e le birre semibevute.

Capisco che Isolde è talmente tonta da non aver capito che si tratta di un palazzo occupato i cui “artisti” sono stati già presi a pedate la notte prima. Probabilmente aspettavano i polli di turno: un’esule italiana e una crucca amante delle bisce.

Io, invece, avevo intuito tutto: ho affinato il mio sesto senso con tutti gli episodi di Derrick.

Altro che Rex.

- Isolde stai tranquilla, ora ce ne andiamo.

Passiamo altre due ore in balia della polizei a spiegare che noi non c’entriamo nulla e che la mostra ci fa pure schifo.

- Dovevamo andare al “Die Welt der Reptilien”- spiega Isolde.

- Eh, infatti.

Alla fine, dopo aver trascritto i nostri dati, la polizei ci molla ma Isolde è ancora agitata: si chiede cosa accadrà.

A me non importa più di tanto.

Al massimo lascerò la Germania, mi imbarcherò per l´Argentina e faro fortuna con il contrabbando di currywurst.

Molti termini tedeschi sono mutuati dal latino: interessante, ma magra consolazione per chi prova a studiare il crucco. Forse, come diceva Mark Twain: “Deutsch ist die ideelle Sprache für Toten, denn sie haben das ganze Leben vor sich, um sie richtig einpauken zu können“.

Ovvero: “Il tedesco è la lingua ideale per i morti, perchè loro hanno un’intera vita davanti per potersela studiare bene”.

Con questo motto nel cuore ascolto le spiegazioni del mio insegnante  sul significato delle parole. Come puoi spiegare cosa significa un termine di un’altra lingua a uno che a male pena parla la sua lingua madre? Certamente non puoi ricorrere ai sinonimi.

Il mio insegnante utilizza la pantomima.

- Maestro, cosa vuol dire “Trick”? (trucco)

Franz agita le braccia e poi conclude con: “Gross Magie!”

………..

Ahahahahabuahahahahaha….

La mia risata esplode fragorosa. Tutti mi guardano ma non potranno mai capire l’effetto comico che sta dietro queste parole per un italiano.

È troppo sturmtruppen, dai..

Franz arrossisce, forse un po’ ha capito e mi cita  un’altra considerazione di Twain sulla lingua tedesca: “La grammatica tedesca è disseminata di verbi separabili come di vesciche un’eruzione cutanea, e quanto più sono tenute distanti le due parti, tanto più contento della sua opera è l’autore del delitto”.

Ho smesso di ridere.

Pensavo che i miei guai con la polizei fossero finiti con la mostra a Mitte e i rettili di Isolde.

Invece mi sbagliavo.

Una domenica, mentre trascinavo sotto la pioggia un mobile Ikea verso la fermata del bus,

mi telefona Nino, il gestore del ristorante per cui ho lavorato.

- Marion, scusa il disturbo, dovresti farmi un favour.

- Cioè?

- Dovresti testimoniare….

- Eh?

- Ehm si, ti ricordi il fatto dello sgabello che il cameriere ha lanciato al cuoco, ecc..beh, poi quando sei andata via quella notte la situazione  è degenerata ed è arrivata la polizia..-

- Tanto per cambiare..

- Che dici?..

- No, niente, una cosa mia. E quindi?

- Beh devi testimoniare.

- Ma io che c’entro Nino, scusa?

- Eri presente. Ti hanno vista tutti. La settimana prossima ti chiamerà l’avvocato. Grazie mille. Ciao.

- Come ciao..Pronto?..pronto?..

Non ci credo.

Come Chaplin in “Tempi Moderni”, che raccoglie per caso  una bandiera caduta a un manifestante e si ritrova in mezzo alla folla, al casino della storia, e infine viene scambiato per un fomentatore.

Ma io volevo solo cambiare aria.

Natasha Eva Kent Ceci


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