Magazine Cucina
Un’altra marmellata, si!
Quest’anno era il mio regalino di Natale (regalino si ma dato che “A caval donato non si guarda in bocca…”* i gusti, come in questo caso, sono a dir poco particolari.
Però è buonissima… Fidatevi.
Ho paura che la prossima sarà “Moscardini&Lamponi” o forse “Albicocche&Majonese” – anche se un bel chutney con Cipolle e Nero di Seppia non è una cattiva idea…
Devo sperimentare…
Vi farò sapere.
* E qui apro un capitolo a parte: fino all’età di 20 anni pensavo che il cavallo del detto si chiamasse Donato – bel nome per un cavallino – e sinceramente non capivo perché non bisognasse “guardargli in bocca”.
Gli dava fastidio?
Mordeva?
Gli puzzava l’alito?
Poi ho capito.
Importante:
1. Seguite attentamente il procedimento.
2. Controllate che una volta freddi i barattoli abbiano la capsula rientrata – indica l’avvenuto sottovuoto.
3. Fate una confezione corredata di etichetta - SCRIVETE LA DATA oltre al contenuto e raccomandate che una volta aperta deve essere conservata in frigorifero per non più di un mese. Se invece il barattolo è ancora chiuso si può conservare per un anno in un luogo fresco e possibilmente al buio.
1kg di pomodori rossi da sugo (tipo San Marzano)
500g di castagne
2 mele (per la "pectina")
750g di zucchero di canna biondo (tipo Demerara)
150cc di Cognac
1 bacca di vaniglia
Sbuccio e pelo le castagne dopo averle lessate (non so esattamente la differenza del peso tra cotte e crude ma diciamo che più o meno è uguale).
Ai pomodori faccio un’incisione a croce sulla parte opposta del picciolo e li metto in acqua bollente per 2/3 minuti. Si deve vedere la pellicina che ha leggermente alzato i quattro angoli. Scolateli, aspettate un paio di minuti per non ustionarvi e spellateli.
Ora tagliateli a pezzi senza perdere l’acqua di vegetazione e metteteli in una grande terrina; mettete anche le castagne tagliate in quattro o sbriciolate, lo zucchero, l’interno della bacca di vaniglia raschiato con un coltello a lama liscia e la bacca stessa anche e il cognag.
Con l’apposito schiacciapatate “a manico” schiacciate grossolanamente il tutto.
Aggiungete ora le mele a pezzettini che avrò sbucciato solo se non biologiche (le vitamine sono quasi tutte lì). Mescolate e lasciate nella terrina coperta per almeno 12 ore mescolando 3 o 4 volte.
Trascorso questo tempo, levo la bacca - che sciacquerò lascerò asciugare benissimo e che frullerò con il robot o con il macinacaffè e terrò da parte per un’altra ricetta… Una bacca di vaniglia si butta a fatica! - mescolo di nuovo e faccio cuocere per circa un’ora (levo la schiuma che si crea e la conservo in frigorifero per altri usi).
Dopodiché con un frullatore ad immersione, frullo tutto molto grossolanamente.
Faccio cuocere ancora fino a che non raggiungo la consistenza desiderata tenendo presente che raffreddandosi la marmellata diventa più solida (infatti faccio la “prova piattino”: QUI o in alto: “Una più del diavolo” n° 7): non più di mezz’ora!
Invaso la marmellata bollente - attenzione è peggio del “piombo fuso” - in barattoli sterilizzati (sempre QUI o in alto: “Una più del diavolo” n° 16), chiudo con tappi integri (guardare bene sotto la capsula – magari sembrano perfetti ma non lo sono – a volte vale la pena comprarli tutti nuovi) sterilizzati anch’essi ben stretti e li capovolgo (il calore fa creare il sottovuoto - importantissimo).
Una volta freddi o dopo 8 ore (circa la notte - io la marmellata la faccio sempre dopocena) rigirateli e conservateli al fresco.
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