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Marò, governo indiano: “Pena di morte? Non abbiamo dato garanzie all’Italia”

Creato il 23 marzo 2013 da Francesca1993

Ma il sottosegretario agli esteri De Mistura ribadisce di avere "una assicurazione scritta" che afferma il contrario. Duro il commento del Capo di Stato Maggiore della Difesa: "La vicenda sta sempre più assumendo i toni di una farsa, i due militari siano al più presto riconsegnati alla giurisdizione del Paese"

di  | 23 marzo 2013 Marò, governo indiano: “Pena di morte? Non abbiamo dato garanzie all’Italia” Dopo il pasticcio diplomatico delle scorse settimane e la clamorosa marcia indietro del governo italiano davanti alla rappresaglia indiana, c’è un nuovo, preoccupante capitolo per la vicenda marò. E riguarda l’unica “assicurazione” che il nostro governo aveva detto di ottenere, cioè l’esclusione della pena di morte. “Il governo indiano non ha fornito nessuna garanzia” al governo italiano in merito alla sentenza che verrà pronunciata dal tribunale speciale ordinato dalla Corte suprema di Delhi nella vicenda, ha detto il ministro della Giustizia indiano, Ashwani Kumar, in un’intervista all’emittente Tv Ibn. Al giornalista che gli domandava come mai il ministro degli Esteri Salman Khurshid avesse rassicurato l’Italia sul fatto che i due marò non rischiano la pena di morte, Kumar ha risposto: “Come può il potere esecutivo dare garanzie sulla sentenza di un tribunale?”. Khurshid , ha aggiunto il ministro della Giustizia, “è anche un avvocato e sul perché abbia detto quelle cose, sta a lui rispondere”. Intanto, sempre Ibn riferisce che il governo indiano ha approvato la costituzione del tribunale speciale che dovrà giudicare i due marò italiani Salvatore Latorre e Massimiliano Girone. Duro il commento di Francesco Storace, segretario de La Destra. “I nostri due marò sono di nuovo da prigionieri in India, a causa della pochezza dell’ineffabile ministro degli Esteri e dell’ignavia del presidente del Consiglio”, ha commentato, spiegando che “se il diritto internazionale viene sfacciatamente stracciato nonostante imponga regole precise sull’esercizio della giurisdizione, non vedo perché noi dobbiamo rispettare chi trova ospitalità in casa nostra”.

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