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Dopo una splendida colazione fatta di crepe francesi, crepe marocchine, dolci vari e marmellate fatte in casa, ci si prepara per la prima visita alle Gole di Dades inserite nella Valle del Dades, o valle delle mille Kasbah, formata nel corso degli ultimi 600 milioni di anni attraverso le pareti delle montagne dell’Alto Atlante grazie al fiume Dades.
Continuo a sostenere che bisogna assolutamente visitare in macchina questa zona del Marocco, i paesaggi tra le montagne e il deserto sono così svariati che quasi sembra di vedere un film dove il montatore si è divertito a montare filmati di Paesi diversi. Visitiamo le Gole e recuperiamo il nostro autista alla fine della strada che taglia in due le montagne che ci sovrastano maestose. Le gole sono un canyon non lontano dalle gole di Todra, a 110 chilometri da Ouarzazate, nel cuore della valle delle rose.
Dopo un pranzo veloce in uno dei ristoranti lungo le strade desertiche, ottimo couscous e finalmente con un sole estivo, ci dirigiamo verso il sognato deserto di Merzouga.
Arriviamo giusto in tempo per ammirare con calma il tramonto tra le dune. Lasciamo il nostro autista in basso e cominciamo a salire, cerchiamo di mantenere una direzione così da non perderci tra le altissime dure ambrate. Le nostre orme ci aiuteranno a ritornare all’auto.
Il deserto! Non è la prima volta che mi trovo in Africa e nel deserto, c’ero già stata nel 1999 durante un viaggio in Egitto, ma devo ammettere che l’inizio del Sahara marocchino è suggestivo.
Credo che il sorriso di questi bambini che sbucano dal nulla e ci vengono a salutare, sarà per sempre il ricordo più bello di tutto il viaggio. Non li dimenticherò mai.
Il sole oramai si è nascosto dietro le dune e ritorniamo all’auto: direzione tenda nel deserto. La strada, chiamarla così è un eufemismo, è immensa e raramente incontriamo umani che vivono in baracche improvvisate. Arriviamo finalmente al nostro accampamento. Abbiamo volutamente evitato grandi hotel di lusso con bivouac annessi. Abbiamo preferito scegliere un simpatico berbero che vive nel deserto profondo e che ha deciso di gestire un accampamento per turisti. Ottimo visto che ha anche i bagni e le docce.
Lasciamo i bagagli e ci servono un tè alla menta nel deserto.
« A black star appears, a point of darkness in the night sky’s clarity. Point of darkness and gateway to repose. Reach out, pierce the fine fabric of the sheltering sky, take repose. » Paul Bowles
La sera ceniamo con una coppia di simpaticissimi inglesi, siamo le uniche due coppie e clienti dell’accampamento, nella sala da pranzo della casa barbera. Preparata per accogliere turisti, è addobbata con tappeti ed arazzi non fatiscenti. Dopo cena ci aspetta un falò con tanto di concerto. Balliamo alla luce del fuoco e quando gli strumenti vengono adagiati sulla sabbia, il silenzio ci avvolge.
La serata termina nel buio totale ad ammirare le stelle, un cielo stellato che vedo per la prima volta in vita mia. E ciliegina sulla torta: 3 stelle cadenti. Non ho espresso nessun desiderio, perché in quel momento avevo tutto quello che potevo desiderare!!!