La riforma costituzionale, annunciata dal Sovrano, “dovrà avere come base sette pilastri fondamentali”. Si tratta della “consacrazione costituzionale della pluralità dell’identità marocchina unita e ricca delle diversità dei suoi affluenti, nel cuore della quale figura l’amazighité (popoli berberi, padri fondatori del Marocco), patrimonio comune di tutti i marocchini, senza esclusioni”. Il re ha ugualmente annunciato come secondo pilastro “la consolidazione dello stato di Diritto delle Istituzioni, l’allargamento nel campo delle libertà individuali e collettive, e la garanzia dei loro esercizi, oltre al rafforzamento del sistema dei Diritti dell’Uomo. Altro grande annuncio, “la volontà di erigere la giustizia al rango di potere indipendente e di rafforzare le prerogative del Consiglio costituzionale”. L’obiettivo sarà di confortare la preminenza della Costituzione e di consolidare la supremazia della legge. La consolidazione del principio di separazione dei poteri e l’aumento della democratizzazione, della modernizzazione e la razionalizzazione delle istituzioni, articoli di una nuova generazione di riforme. Attraverso una istituzione parlamentare eletta dal popolo. Per quanto riguarda il governo, dovrà essere lo specchio della volontà popolare espresso attraverso le urne e fruitore della fiducia maggioritaria alla Camera dei rappresentanti. Il Primo ministro, sarà nominato in seno al partito politico vincitore delle elezioni della Camera dei rappresentanti. Il suo status, come capo di un potere esecutivo effettivo, sarà rafforzato. Il discorso reale ha annunciato parimenti il rafforzamento degli organi e accessori costituzionali nell’inquadramento dei cittadini. Questo avverrà attraverso la consolidazione del ruolo dei partiti politici, affermando lo status dell’opposizione parlamentare. La moralizzazione della vita pubblica è un altro pilastro fondamentale della riforma annunciata da Mohammed VI; i suoi meccanismi saranno consolidati con la necessità di unire l’esercizio dell’autorità e delle responsabilità al mandato pubblico, con imperativi di controllo primari. Infine le istanze in carico del buon governo, dei Diritti dell’Uomo e della protezione delle libertà individuali saranno, strada facendo, costituzionalizzate.
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