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Marocco: la nuova Costituzione farà la sua Rivoluzione?

Creato il 10 giugno 2011 da Paolo

Marocco: la nuova Costituzione farà la sua Rivoluzione?Una nuova filosofia del potere. Una curva nella storia della monarchia marocchina. Una grande tappa verso l’istituzione di una monarchia parlamentare. Dopo che il presidente della Commissione in carica delle riforme della costituzione, il giurista  Abdellatif Memouni , ha presentato le sue linee guida e i principali cambiamenti della nuova legge suprema davanti al meccanismo politico, partiti e sindacati sono unanimi: il progetto di riforma della Costituzione è andata molto più lontano delle aspettative politiche e sociali. Primo cambiamento sostanziale: la persona del Re non sarà più sacra. Questo è quello che in prima istanza ha chiesto SAR Mohammed VI, in quanto la sacralità non appartiene che a Dio. Il progetto di riforma costituzionale, che sarà sottomesso a referendum il 1° luglio prossimo, prevede anche una riduzione delle prerogative del re a profitto del capo di governo. La lingua berbera, la religione o ancora la giustizia sono i principali settori che conosceranno importanti rivoluzioni. E’ un vero ribaltamento della attuale Costituzione che si appresta ad essere proposto ai marocchini, staremo a vedere l’esito dei referendum e in primis l’affluenza alle urne, sempre a livelli minimi nel reame. Altro nodo da sciogliere è quello relativo agli oltre sei milioni di marocchini residenti all’estero, voteranno o no?  Capitolo importante  di questa nuova Costituzione è il rafforzamento delle prerogative del Primo ministro. I poteri del re conosceranno una sostanziale riduzione a profitto del primo ministro che verrà eletto dai componenti del partito di maggioranza e non più dal re.  La perennità dello Stato e delle istituzioni è il cuore di questo edificio e i cambiamenti della composizione del Consiglio di Reggenza è la testimonianza di questo importante passo in avanti della democrazia marocchina. Sarà presieduto dal Consiglio Costituzionale e non più dai membri  più vicini alla famiglia reale; il Consiglio di Reggenza sarà nelle mani del Primo Ministro, dai presidenti delle due camere del Parlamento, dal presidente del consiglio degli Oulema (religiosi) e da una decina di personalità scelte dal re. Il progetto di riforma prevede inoltre il riconoscimento del berbero (Amazigh) come una lingua ufficiale affiancata all’arabo, una prima assoluta nel Maghreb. L’Islam rimane religione di Stato ma la libertà di religione è garantita nel quadro della legge senza che “quest’ultima porti attentato all’ordine pubblico“. Quindi niente laicità dello Stato, sinonimo oggettivo di Libertà.  Questo passo è controverso secondo le varie Associazioni che si battono per la piena libertà di religione (vedi Diritti Umani): oggi in Marocco, non è possibile scegliere il proprio credo, come non è possibile essere ateo o agnostico (privatamente si, ovviamente), come non è possibile dichiarare pubblicamente di non professare il digiuno durante il mese sacro del Ramadan (pena l’incarcerazione per attentato all’ordine pubblico),  e la libertà religiosa rimane quindi un articolo ambiguo (solo se si è cristiani occidentali  o di paesi africani dove il cristianesimo è religione riconosciuta,  si a diritto ad entrare in una delle chiese presenti nel Marocco per pregare), quindi ci si chiede dove risieda questa ventilata libertà religiosa.  Un passo di questo articolo prevede che “la dimensione religiosa del re, comandante dei credenti, sarà limitata alla gestione dei campi religiosi e non sarà fonte di legislazione”. Anche qui staremo  a vedere, il Consiglio degli Oulema è parte integrante nel legiferare ed è presente nel Consiglio di Reggenza, quindi ho dei dubbi in proposito ad una non invadenza nei campi legislativi della religione . Altro settore nel quale delle modifiche importanti sono previste è quello della giustizia. Sarà considera, recita la bozza, per la prima volta come un potere autonomo e indipendente  conformemente ai principi della separazione dei poteri. La stampa marocchina che sta largamente dibattendo questa pseudo-rivoluzione, sembra conquistata. “Il popolo marocchino regnerà e governerà”, ha titolato ieri in prima pagina  il quotidiano arabofono Al-ahdath Al-Maghribya, il giornale più letto nel paese. Nuova Costituzione per un nuovo Marocco. Nel microcosmo politico, non si nascondo più le inquietudini davanti a questo immenso cantiere che ridefinirà il ruolo dei partiti e del paese, in nome di una parola tanta agognata dai marocchini: libertà.  


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