La situazione politica in Marocco dimora
stabile in rapporto ai paesi limitrofi
maghrebini. E’ quello che comprova il panorama dei paesi a rischio
pubblicato ieri dal gruppo francese di assicurazioni sul credito all’esportazione (COFACE). Il gruppo ha visto al ribasso le posizioni di diversi paesi della regione Medio-Oriente e
Africa del Nord (vedi prospetto).
Il Marocco non figura nella lista.
Conclusione principale: i recenti avvenimenti del 20 febbraio e del 20 marzo scorso
non sono stati in grado di creare instabilità politica ed economica nel paese. Gli esperti di Coface stimano che
“malgrado delle tensioni sociali, la stabilità politica del paese sembra essere garantita in ragione della popolarità del re Mohammed VI”. Una constatazione confermata dagli specialisti di
Euler Hermès che hanno tenuto a sottolineare in una nota settimanale “
la natura stabilizzatrice della riforma costituzionale annunciata dal re“. La Coface precisa che ”
delle migliorie sono sempre necessarie malgrado l’importante progresso realizzato in materia di sviluppo negli affari“. Insomma,
è un bilancio positivo quello che traccia la Coface. Con un
A4 per il rating paese e per lo sviluppo degli affari, la griglia di annotazione dichiara una “
relatività volatilità degli investimenti con una probabilità accettabile di mancati pagamenti”. Il bilancio
non è cosi’ rassicurante per diversi altri paesi della zona
Medio-Oriente e Africa del Nord. La situazione è tesa tanto che la Coface ha rivisto al ribasso la sua previsione di crescita mondiale che è passata dal
3,4% al 3,2%. Il
Bahrein, la
Tunisia, l’
Egitto, la
Siria e la
Libia sono stati declassati. Questa ondata di declassamenti si spiega con
l’incertezza legata alle tensioni politiche e sociali di quei paesi. Naturalmente la Libia, che era già nei paesi a rischio, è stata
affondata alla classe D, l’ultimo scalino delle notifiche stilate dalla Coface. Il
Bahrein ha subito la stessa sanzione magrado
la forte repressione sul movimento di contestazione da parte dell’armata saudita e il suo ranking arretra ad
A4. Gli esperti di Coface stimano “
che il rischio politico è elevato, malgrado l’ombrello saudita“. Un arretramento che si spiega con il clima teso che prevale a livello interno e alle
incertezze geopolitiche principalmente legate
al programma nucleare iraniano. Le note della Tunisia e dell’Egitto sono oramai piazzate sotto “
sorveglianza negativa” e per loro la fase di transazione politica
è portatrice di fragilità a breve termine. In effetti, la transazione verso un regime stabile
non è assicurata in Tunisia dove lo storico partito presidenziale predomina ancora oggi, il Raggrupamento costituzionale democratico, oltre alle tante divisioni e alla
debolezza dell’opposizione. In Egitto, sussiste il rischio che
l’insoddisfazione della popolazione degeneri nuovamente e rimetta in causa la transizione in “dolcezza”, prevista in questo primo trimestre 2011. Stessa constatazione per la
Siria che si vede accordare una nota
C negativa, in ragione dell’aumento delle contestazioni politiche e uno sviluppo di affari insufficiente, oltre al
declino della produzione del
petrolio, che è fonte di oltre un quarto del fatturato fiscale del paese,
deteriorando cosi’ la sua posizione.