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Marocco: un Paese sotto pelle 2

Da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg

Nella medina di Fes ci si ritrova catapultati in un passato mai vissuto. Una realtà che sa di antico, quasi di primitivo. Basta entrare in uno dei negozi del souk che vendono babouches, borse, cuscini, tutto rigorosamente in pelle ovviamente, nell’area di Showara e, dopo aver ricevuto delle foglie di menta, ci si ritrova accompagnati fino alle loro terrazze, ad osservare dall’alto le diverse fasi della lavorazione e della coloritura delle pelli. Un lavoro in cui la tradizione non ha mai smesso di essere tramandata e dove tutto avviene manualmente.
Come già anticipato nel primo post, quello che caratterizza ogni momento della visita ad una conceria marocchina, come ad esempio a quelle di Fez, è un ciuffetto di menta sotto al naso perché l’odore è davvero forte e nauseante (in particolare in alcuni momenti della giornata, quando il lavoro è più intenso).IMG_0813modIMG_0802mod

L’originalità della lavorazione delle pelli sembra non essere cambiata come forse, purtroppo, anche le condizioni igieniche di chi le lavora

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