Una luce straordinaria, paesaggi diversificati, tariffe competitive…Ouarzazate seduce sempre più i professionisti della settima arte. In certi periodi dell’anno è sufficiente passeggiare per le vie della città per capire cosa si sta girando. Qualche tempo fa si incontravano, cosa inabituale, tantissimi barbuti, che erano figuranti per un film che si svolgeva in Afganistan. Qui, gli abitanti vivono al ritmo del cinema e la città è in fermento per una mega-produzione che partirà nel mese di marzo, il sequel di “Alien“ con la regia di Ridley Scoot, che dopo aver girato qui “Il Gladiatore” nel 2000 è diventato un habitué del Marocco, creandosi la fama di regista che paga bene i figuranti e i primis per la sua gentilezza. Gli ingressi economici dei films sono diventate delle risorse essenziali non solo per la capitale del cinema del sud marocchino, Ouallywood, cosi’ battezzata recentemente dal Financial Time, ma per tutto il reame nel suo insieme. Uno dei più grandi studios di Ouarazazate non si è dato per vinto davanti alla recente crisi economica mondiale e ha sfoderato la sua professionalità diventanto in assoluto il più grande studio open air del mondo. Situato tra la città, arrivando da Marrakech, e tra la strada delle Kasbah, lo studio CLA è uno dei più recenti; propone dal 2005 due plateaux, i più importanti d’Africa, che permettono anche riprese in interni. In questa struttura sono presenti scenografie impressionanti, tra cui un bacino d’acqua che permette di simulare scene in alto mare, vestigia delle riprese di un remake di Ben-Hur per la televisione. Creato nel 1985 possiede da numerosi anni un allure spettacolare. Si entra attraverso una muraglia che ricorda quella di Marrakech e ci si trova al cospetto di enormi statue egiziane incrostate. Servirono alla scenografia di Missione Cleopatra, il grande successo della serie Asterix, girato a Ouarzazate nel 2001. All’interno, si puo’ visitare un quartiere di Gerusalemme (resti delle scenografie di Kingdom of Heaven, di Ridley Scott), un tempio tibetano (utilizzato per le scene di Kundun, di Martin Scorzese) o ancora alcune costruzioni romane (per telefilms italiani). Questi elementi di decoro impressionanti sono inseriti in 160 ettari di terreno semi-desertico che possiede lo studio da molto tempo. La quasi inesistenza di pioggia permette di conservare i più spettacolari mentre gli altri vengono distrutti dopo le riprese. Le autorità comunque intendono proseguire sulla strada della sinergia tra cinema e turismo con la manifestazione Moviemed, una serie incontri per attirare visitatori avidi di ritrovare dal vivo le scenografie dei films celebri che amano. Un museo del cinema colmo di vestigia e di materiali di ogni epoca è stato recentemente aperto nel cuore della città per offrire una retrospettiva importante di tutti films che sono stati girati nella Hollywood del Marocco. Ouarzazate, che letteralmente significa ”senza rumore” in berbero (da qualche tempo è anche chiamata ”silenzio, si gira !“) aumenta di anno in anno la sua vocazione di città internazionale del cinema, grazie a una serie di fattori quali la luce, spazi immensi e paesaggi diversificati con, il deserto dietro l’angolo (deserto di pietra,hammada), e poco più lontano il deserto di dune , e ancora lo sfondo di montagne innevate e edifici spettacolari come il celeberrimo Aït Benhaddou, ksar fortificato medioevale, patrimonio mondiale dell’UNESCO. Ma oltre a questi capolavori della natura sono le ”risorse umane“” competenti e sempre disponibili, come alcun artigiani locali abituati a costruire scenografie e costumi. Molti i tecnici preparati del cinema diventati ancor più professionali, e grazie alla composizione multietnica della popolazione, figuranti in numero illimitato capaci di incarnare uomini e donne di origini diverse e di tutte le epoche. Un accenno anche al sostegno dello stato, che facilita a livello burocratico i lavori e garantisce una libertà di creazione, pensiamo a Sex and the City 2 censurato a Abou Dabi e girato poi nelle sue scene più bollenti in Marocco. E last but no least, delle tariffe molto attrattive; il costo delle riprese scende di molti punti percentuale rispetto all’Europa, sino al 40% meno e oltre il 60% rispetto agli USA. E i risultati di queste politiche sono evidenti: secondo M.me Saloua Zouiten del Centro cinematografico marocchino (CCM), il Marocco ha accolto tra il 2006 e il 2010 le riprese di 140 produzioni per un investimento di 250 milioni di euro, con una media di 50 milioni annui. L’indotto ha di fatto creato diverse società con sede a Casablanca, Marrakech, Tangeri e Ouarzazate che organizzano e propongono i loro servizi alle società di produzione americane o europee.
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