E sabato Maroni si ‘prese’ la Lega Nord. Bossi rimane come Presidente ma senza poteri, i maroniani oramai sono maggioranza. Una delle prime decisioni potrebbe essere quella di abbandonare il Parlamento per protesta contro il Governo Monti. Un ritorno alla ‘Lega di lotta’, vicina ai cittadini, populista e contraria alle tasse di ‘Roma ladrona’. Il vento del populismo soffia forte e Grillo ha rubato piu della metà dei voti al Carroccio, oramai precipitato al 4-5% dei consensi, dal 10-11 di qualche mese fa.
Con Maroni i leghisti tentano di archiviare gli scandali ‘ritornando’ al passato. Ci riusciranno? E sopratutto, nel nome della Lega 2.0 sarà del tutto archiviata l’alleanza con il PDL?
Il Messaggero:
Roberto Maroni è stato eletto segretario della Lega Nord per alzata di mano al quinto congresso del partito al Forum di Assago. Il voto è stato espresso a scrutinio palese.Il Congresso è partito con i militanti che inneggiavano «secessione! secessione!», il secondo e ultimo giorno del Congresso federale della Lega Nord. Maroni era il candidato unico alla segreteria, forte di 473 su 630 delegati: ieri interventi e mozioni sono stati tutti per lui. Spiega Salvini, segretario della Lega lombarda: «Nella Lega contano i progetti non i nomi. Bossi? Nella vita ci sono dei cicli. Tutti finiscono». Dai militanti al congresso fischi per il capo dello Stato.
Maroni: segretario senza tutele. «Umberto Bossi per me è mio fratello, lo porterò sempre nel cuore. Ma oggi inizia una fase nuova», ha detto Maroni subito dopo essere stato eletto segretario federale della Lega Nord. «Questa è la Lega che io voglio. Garantisco il mio impegno totale: lavorerò per unire. Devo tutto alla Lega». Ma poi ha precisato: sarò un segretario «come deve essere fatto da statuto: senza tutele, senza commissariamenti, senza ombre».
«Basta beghe interne – Maroni ha ad un certo punto alzato il tono della voce nel suo intervento al forum di Assago – basta piangerci addosso: non ne posso più. Abbiamo fatto pulizia e continueremo a farla. Non credo ai complotti», ha aggiunto Maroni.
Lasciare Roma e l’euro. «Via da Roma sarà la strada» che significa «lasciare tutte le poltrone romane. Via da Roma significa che del problema delle alleanze chi se ne frega, certamente non ci può essere nessuna alleanza con i partiti che sostengono il Governo Monti. Vuol dire via dalle poltrone romane, fuori dalla Rai e da questi posti di potere che non ci hanno portato nulla», ha detto Maroni, che si scaglia contro l’euro: «Noi non siamo contro l’Europa e contro l’euro, a condizione che si possa creare una nuova Europa. Siamo pronti a contribuire alla nuova Europa, altrimenti è meglio uscire dall’euro e poi succederà quello che deve succedere»