Mi hanno segnalato nei commenti un dispaccio di Marta Ottaviani per Tmnews, una presentazione del congresso dell’Akp che si terrà domani ad Ankara: come al solito basato su approssimazioni e interpretazioni fuorvianti dello scenario politico turco. Non sto a perderci troppo tempo.
C’è però un passaggio che grida vendetta ancor più degli altri, quello sull’andamento dell’economia turca:
dopo anni e anni di crescita spumeggiante, spesso alimentata da politiche fiscali smaccatamente espansive, che ha accompagnato tutta l’era Erdogan, l’economia turca cresce di un modesto tre per cento, un ritmo insufficiente a creare nuova occupazione e alimentare il consenso verso il governo
Come?
L’economia turca cresce di un MODESTO tre per cento??? Dico: ma si può scrivere che un tasso di crescita del tre per cento, quando la congiuntura mondiale è CATASTROFICA, è MODESTO… e questo solo perché a Marta Ottaviani non piacciono Erdoğan e l’Akp? E’ un risultato eccezionale, altro che modesto: nel 2012 sono aumentate le esportazioni, il surriscaldamento dell’economia – inflazione e bilancia delle partite correnti – è stato quasi completamente neutralizzato (è diminuita la domanda interna in virtù di una stretta monetaria e di misure fiscali), contrariamente a quanto sostiene la Ottaviani i dati su occupazione e disoccupazione sono molto buoni (la disoccupazione è all’8%, il livello più basso del decennio) e il consenso per l’Akp è sempre molto elevato (l’ultima rilevazione che ho letto parlava del 46% delle intenzioni di voto).
Già, si può riuscire a disinformare anche coi numeri… e con degli aggettivi e avverbi decisamente fuori luogo!
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