CURIOSITY sol 198 MastCam right
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
Come preannunciato, Curiosity è alle prese con l'analisi del primo campione prelevato dalla roccia marziana John Klein, l'8 febbraio scorso durante il sol 182. Il materiale è stato suddiviso e consegnato venerdì 22 febbraio alla Chemistry and Mineralogy (CheMin), sabato 23 Sample Analysis at Mars (SAM).
Se il SAM dovesse trovare carbonio organico, la scoperta potrebbe non essere immediatamente rivelata ma riservata fino al 44° Lunar and Planetary Science Conference che si terrà a Houston, dal 12 al 22 marzo prossimo.
Nel frattempo, il rover sta tornando indietro attraverso l'area di Yellowknife Bay ripercorrendo un tragitto simile a quello dell'andata. Ora, si trova in una zona già visitata durante il periodo natalizio: il paesaggio di quei sol, ritorna oggi sotto angolazioni diverse.
Quella che segue è l'ultima mappa aggiornata al sol 166, disponibile sul sito ufficiale.
Credit: NASA/JPL-Caltech
L'immagine in apertura è un mosaico della MastCam right del sol 198 (25 febbraio 2013) in cui sono visibili le tracce del precedente passaggio del rover.
Diversi sono gli elementi facilmente riconoscibili che ritroviamo anche nel sol 133 (20 dicembre 2012): in particolare ci riferiamo alla formazione "Snake River", una sottile linea curva di roccia scura, così soprannominata per la sua forma sinuosa.
CURIOSITY NavCam right sol 133
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
Tuttavia, nelle recenti immagini, Curiosity ha un punto di vista differente e questo ha permesso di notare dettagli passati inosservati durante il viaggio di andata.
Dopo la curiosa formazione individuata nel sol 173 (30 gennaio 2013) che, grazie alla pubblicazione sul sito universetoday.com, è stata ampiamente discussa in rete, abbiamo scovato un altro intrigante dettaglio: da una piccola roccia sembra uscire un tubicino leggermente curvo, quello che sui siti d'oltreoceano viene chiamato "knob", ossia manopola, pomello.
Le elaborazioni sul nuovo soggetto sono state anticipate il 28 febbraio attraverso il nostro canale di Flickr e sui nostri socialnetwork, Twitter e Facebook.
Nell'immagine che segue è stato segnato il target di indagine utilizzando le foto raw originali, prive di elaborazioni colore, in cui è stata applicata una semplice magnificazione e riduzione del rumore jpg:
CURIOSITY sol 198 MastCam right only jpg noise reduction and enlargement
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una curiosa protuberanza che, tuttavia, sembra essere qualcosa di diverso rispetto al "Fiore di Marte" del sol 173: leggermente caduca, esce dalla roccia poco sopra una crepa trasversale ed il suo colore sembra essere abbastanza differente e tendente al rosso, rispetto al resto.
In effetti, continuando sullo stile allegorico del "Fiore di Marte", questo nuovo dettaglio potrebbe diventare il "Peperoncino di Marte"!
E' ben visibile nelle elaborazioni che seguono e soprattutto negli anaglifi, in cui si vede chiaramente che è una struttura a sé e proietta relativa ombra propria.
CURIOSITY sol 198 0198MR1007040000E1_DXXX anaglyph
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
CURIOSITY sol 198 MastCam right left anaglyph detail
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
CURIOSITY sol 198 0198MR1007040000E1_DXXX detail enlargement
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
Grazie alle due immagini della NavCam, sinistra e destra e al software AlgorimancerPG, abbiamo determinato che nel sol 133 Curiosity si trovava a poco più di 8 metri dal gruppetto di rocce che ritroviamo anche nella MastCam left del sol 137. Ecco i due sol, 137 e il recente 198 MastCam right, a confronto:
CURIOSITY sol 137 e sol 198 a confronto
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
Questo ci ha permesso di determinare quantomeno l'altezza della roccia ospitante (valutata nella parte posteriore, cioè nel punto più alto): poco meno di 5 centimetri.
Anche se purtroppo, l'immagine della MastCam left del sol 137, per angolazione, degradazione della raw rilasciata e lontananza non consente di approfondire ulteriormente, ci ha permesso di farci un'idea sulle dimensioni del tubicino: è sicuramente qualcosa di abbastanza piccolo, anche qui dovremmo essere nell'ordine dei 3 centimetri di lunghezza.
C'è da dire che, rocce con pomelli emergenti non sono certo una novità e diverse piccole escrescenze sono state viste anche nelle immagini di Spirit ed Opportunity, soprattutto in prossimità dei crateri.
Inoltre, la NASA ha recentemente spiegato la formazione del sol 173 sottolineando che si tratta di un dettaglio assolutamente naturale dovuto all'erosione che ha modellato in modo differente le superfici: in particolare, la sporgenza sarebbe parte di una roccia più dura e resistente, rispetto al materiale del piano sottostante.
Tuttavia, questo nuovo particolare rimane diversamente originale, distinguendosi per forma e colore dal contesto e da altre casistiche analoghe: è anche interessante notare come un tubicino apparentemente piccolo e delicato sia riuscito a resistere nel corso degli anni.