Anche se l’amministratore delegato Descalzi cerca di tranquillizzare i dipendenti, la preoccupazione è troppo forte e in crescita ormai di giorno in giorno. La società petrolifera italiana non sta mantenendo gli impegni di investire, ad esempio a Marghera, e troppi posti di lavoro sono a rischio in diverse città collegate all’impianto di cracking veneto. Trentamila in tutto i lavoratori interessati dalla protesta, nei settori più diversi in cui è attiva l’Eni, partecipata dallo Stato per il 30% circa. Che strategia ha lo Stato? E i nuovi vertici dell’Eni? La manifestazione nazionale organizzata dai sindacati è prevista per le 15 del 29 luglio davanti a Montecitorio. 24 le ore di sciopero generale proclamate dai confederali.
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nella foto la raffineria di Taranto