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Martignana Po, abusi sessuali: come tutti i vescovi italiani neanche stavolta Lafranconi ha denunciato

Creato il 13 febbraio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Riprendiamo la notizia che riguarda il processo a a don Mantia dalla Gazzetta di Mantova, più libera nell’esporre i fatti in quanto semplicemente più lontana e fuori diocesi. La parte finale descrive il reato, per il quale don Mantia ha patteggiato, ammettendo quindi la colpa. Le famiglie sono state risarcite e il giornale La Provincia pare che abbia dato notizia in modo più approfondito.

Al di là di quanto è stato scritto, ancora una volta va notato con forza che il vescovo, come avviene in tutta Italia, non ha denunciato il prete sospettato di un reato così grave, come l’accusa di violenza sessuale. Grave per le conseguenze che i ragazzini minorenni rischiano, per l’esperienza che li ha colpiti, loro e le loro famiglie. Il padre di uno di questi ragazzini ha affermato di essere stato considerato “come un mostro in paese per un anno”, come ha affermato il giornale La Provincia nel resoconto del processo.

In Italia non esiste però obbligo di denuncia da parte dei vescovi nei confronti dei sacerdoti sui quali gravano ipotesi d’accusa e precise testimonianze come in questo caso. I vescovi non denunciano certo, mai, come ha fatto Lafranconi sia a Savona che a Cremona, anche in questo caso. No, nessun comportamento eccezionale da parte di Dante Lafranconi. Ha fatto come tutti i vescovi: nessuna denuncia, perché non esiste una disposizione precisa del Vaticano che obblighi, non consigli ma obblighi i vescovi a denunciare. Spesso solo i vescovi sanno: sono proprio loro, in quanto diretti superiori, i più informati. Perché allora, oltre a collaborare, non hanno l’obbligo di denunciare? Perché la Chiesa cattolica non vuole ripulirsi con forza da una piaga simile? Questo va detto oltre il caso singolo: può capitare un errore giudiziario, può succedere che prevalgano ostilità personali, ma i processi e i casi segnalati sono veramente troppi perché la Chiesa non rimedi nel modo più efficace. Mons. Scicluna è stato allontanato proprio per aver chiesto che la Cei dia disposizioni severe. Ma Ratzinger, da Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, non agì nei modi previsti, rigorosi, come una svolta richiedeva. Di qui uno dei motivi del suo fallimento come papa. Chiare le sue dichiarazioni da pontefice, rimaste però solo parole, ma da Prefetto della ex Inquisizione non intervenne come poi raccomandò di fare. E tutt’ora il problema resta.

Ad esempio. Perché mai quando un prete pedofilo viene trasferito in un’altra parrocchia, procedura assai diffusa in Italia, dove il prete viene trasferito non processato, i carabinieri del posto non vengono informati? Perché non esiste un albo dei pedofili?

Esiste solo una casistica, una serie impressionante di fatti raccapriccianti perché commessi su bambini, anche quando non si tratta delle peggiori violenze. Non esiste però una procedura che colpisca con tempestività i preti responsabili di reati così gravi.

Va aggiunto che il problema della pedofilia esiste anche in altre religioni e non è un’esclusiva cattolica. La repressione poco efficace è invece un dato di fatto. Segue l’articolo uscito pochi giorni fa su La Gazzetta di Mantova.

CASALMAGGIORE. L’ex parroco di Martignana di Po, nel Casalasco, il 49enne don Luigi Mantia, ha chiuso con un patteggiamento il procedimento penale aperto nei suoi confronti per l’accusa di violenza sessuale (ipotesi lieve, senza atti specifici) ai danni di due ragazzini minorenni.

Il tribunale di Cremona, previo risarcimento delle due famiglie, ha accettato la proposta di patteggiamento a due anni (pena sospesa).

I fatti sarebbero avvenuti nel 2009. Nel luglio del 2011, durante la Santa messa, lo stesso sacerdote aveva annunciato di essere stato denunciato dal padre di un bambino e l’intenzione di lasciare la guida della parrocchia.

Il vescovo do Cremona, Dante Lafranconi, aveva accettato le dimissioni del sacerdote nonostante la larga solidarietà della cittadinanza costantemente manifestata al sacerdote. La formalizzazione del patteggiamento avverrà in una nuova udienza a fine febbraio. Secondo l’accusa il sacerdote con la scusa di un gioco avrebbe fatto sdraiare proni i ragazzi sul divano di casa e buttandosi sopra avrebbe strusciato le parti intime contro le natiche dei minori.

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