Magazine Cinema

Martin Scorsese

Creato il 09 settembre 2011 da Alejo90
Chi sta bussando alla mia porta? (Who's That Knocking at My Door) (1969)
America 1929 - Sterminateli senza pietà (Boxcar Bertha) (1972)
Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno (Mean Streets) (1973) - 3,5/5
Alice non abita più qui (Alice Doesn't Live Here Anymore) (1975)
Taxi Driver (1976)
New York, New York (1977)
Toro scatenato (Raging Bull) (1980)
Re per una notte (The King of Comedy) (1983)
Fuori orario (After Hours) (1985)
Il colore dei soldi (The Color of Money) (1986)
L'ultima tentazione di Cristo (The Last Temptation of Christ) (1988)
New York Stories (1989) - 3/5
Quei bravi ragazzi (Goodfellas) (1990)
Cape Fear - Il promontorio della paura (Cape Fear) (1991)
L'età dell'innocenza (The Age of Innocence) (1993)
Casinò (Casino) (1995)
Kundun (1997)
Al di là della vita (Bringing Out the Dead) (2000)
Gangs of New York (2002)
The Aviator (2004)
The Departed - Il bene e il male (The Departed) (2006)
Shutter Island (2010)
Hugo Cabret (Hugo) (2011)
Scorsese (1942), italoamericano, è uno dei più importanti registi della New Hollywood. Specializzato in film gangster realistici e violenti, ambientati nella Little Italy di N.Y. dove è nato e cresciuto, Scorsese ha spaziato notevolmente nei generi, realizzando anche diversi documentari, specialmente musicali.
-Mean Streets: domenica in chiesa, lunedì all'inferno
(Mean Streets) di Martin Scorsese - USA 1973 - drammatico - 110min.
New York. Charlie (Harvey Keitel), italoamericano, si barcamena come può nella Little Italy dell'epoca, fatta di criminalità e corruzione. E' combattuto in particolare sul cammino da intraprendere: una scalata nelle gerarchie criminali con l'aiuto di un parente immanicato nel giro; l'amore per una cugina affetta da epilessia (dunque non molto ben vista) e l'amicizia per il fratello di quest'ultima, Johnny boy (Robert De Niro), scavezzacollo oberato di debiti che si crede padrone dell'universo. prevarrà la terza componente, con conseguenze disastrose.
E' uno spaccato di vita nella Little Italy di New York, ambiente dove Scorsese è nato e crescuito, descritta con l'occhio attento e in qualche modo affettuoso di un regista che sicuramente conosce bene ciò di cui parla; è anche il film che lanciò sia il talentuoso Scorsese sia De Niro (malgrado il protagonista del film sia l'efficace Harvey Keitel), il cui film successivo fu "Il padrino - parte II" e quello dopo ancora "Novecento". Da segnalare l'ottima colonna sonora, che alterna pezzi rock (di cui Scorsese è indubbio conoscitore) a ballate napoletane, rappresentando anche con la musica il connubio (ed il contrasto) fra due mondi paralleli che collidono con catastrofici esiti. Commistione un pò bizzarra di elementi patetici e violenti, "Mean Streets" è un anomalo gangster-movie psicologico e violento che, pur con qualche difetto di sceneggiatura, rimane tuttora godibile.
Voto: 3,5/5
-New York Stories
di Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Woody Allen - USA 1989 - episodi/commedia - 123min.
Tre episodi, tre grandi registi, n.Y. come città protagonista, incrocio di mondi ed esistenze sui generis:
-Lezioni dal vero (Life lessons, di Scorsese): un pittore (Nick Nolte) che accoglie nel suo studio una donna (Rosanna Arquette) con cui aveva avuto una relazione e di cui ancora è innamorato, mentre per lei non significa più nulla; lui è vittima, lei è carnefice. Quando lei se ne va lui ricomincia a vivere.
E' l'episodio migliore, il più inventivo registicamente, il più musicale e dinamico, e quello con il protagonista più simpatico, un ottimo Nick Nolte. Ritrae la vita sconsolata di chi ama non ricambiato. N.Y. è vista come una città fredda, piena di gente ma vuota di sentimenti, come la bella Arquette. fotografia di Nèstor Almendros.
-La vita senza Zoe (Life Without Zoe, di Coppola): Zoe, figlia di una fotografa che sta sempre in qualche località esotica e di un padre (Giancarlo Giannini) flautista sempre in turnè, vive in una suite di albergo servita e riverita da un maggiordomo che le fa da padre. Frequenta bambini ricchissimi come lei e risolve i problemi di mamma e papà.
Insomma due adulti un po' irresponsabili ed una figlia più matura di loro. N.Y. come luogo da cui fuggire, come gabbia dorata, come artificio sfarzoso quanto vuoto. Elegante e sontuoso, l'episodio è tuttavia il meno riuscito del terzetto, per una certa tendenza all'esagerazione della messinscena che sacrifica molto la descrizione dei personaggi, ridotti spesso a poche battute e qualche primo piano. Notevoli comunque le scene ed i costumi. Il titolo è un gioco di parole: Zoe in greco significa "vita". Fotografia di Vittorio Storaro.
-Edipo relitto (Oedipus Wrecks, di Allen): rapporto conflittuale madre-figlio, lui non sopporta lei, che per tutta risposta scompare, appare in forma soprannaturale sopra il cielo di N.Y., torna a sembianze umane quando riesce ad ottenere che il figlio lasci la sua compagna (Farrow) che a lei non andava a genio e si metta con un'altra che le garba.
N.Y. è una città impicciona ed invadente in questo film di Allen, uno dei suoi più strampalati e grotteschi, e non del tutto risolti. Vale per l'immagine finale, per lo sguardo misto di rassegnazione e dolcezza verso l'amata/odiata figura materna; trattandosi di Allen è lecito presupporre elementi autobiografici. il difetto principlae sta nella scarsezza di materia narrativa, appena sufficiente per i 40 minuti circa di durata. Accessorio, ma talmente assurdo da essere divertente.
Voto: 3/5

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :