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MASSA MARTANA – Il cristianesimo delle origini: i luoghi di Santa Degna

Creato il 24 luglio 2014 da Benedetta Tintillini @BiTintillini

Sabato 26 dalle ore 16:00 alle ore 20:00

Passeggiando il Paesaggio

16:00 Ritrovo dei partecipanti presso Villa San Faustino.

16:30 Partenza per l’escursione.
Dopo la visita all’abbazia benedettina di San Faustino l’escursione proseguirà verso la valle del lago di Santa Degna dove si visiterà la chiesetta e il sarcofago della santa, per proseguire fino al castello di Montignano. Dopo la visita del castello si farà torno a Villa San Faustino.

20:00 Arrivo a Villa San Faustino e fine dell’escursione.

Al termine dell’escursione sarà possibile cenare presso gli stand gastronomici della Sagra del Buon Mangiare di Villa San Faustino.

Max 40 partecipanti.
Partecipazione gratuita previa prenotazione obbligatoria telefonando entro venerdì 25 Luglio al GAL Media Valle del Tevere 075.9880682 (dal lunedì al venerdì, ore 9:00 – 17:00)

Livello di difficoltà secondo la scala CAI: T (turistico)
Tipologia: traversata (sentiero, strade pavimentate e sterrate).
Dislivello in salita 130 m; dislivello in discesa 130 m
Percorrenza: 6 km
Tempo previsto: 4h
Equipaggiamento consigliato: scarpe comode, cappello, impermeabile, acqua e viveri secondo necessità. Consigliata macchina fotografica.

Il programma potrebbe subire limitazioni in caso di condizioni metereologiche avverse.

Abbazia di Villa San Faustino, prima tappa della passeggita di sabato 26 Luglio.

L’abbazia sorge nelle vicinanze dell’omonimo centro abitato di Villa San Faustino, frazione del comune di Massa Martana (PG), dove già in epoca romana, vi erano degli insediamenti: la località era infatti attraversata dalla antica via Flaminia Vetus.
L’abbazia di San Faustino venne edificata, infatti, sui ruderi di una villa romana, della quale recenti scavi hanno rivelato le fondazioni ed ambienti

villa san faustino
destinati alla lavorazione di prodotti agricoli. Si conosce anche l’identità del proprietario, Lucius Julius Marcianus, amministratore della colonia romana di Todi, grazie ad una lapide, oggi collocata alla destra della trifora della facciata, in cui sono riportati i giudizi positivi degli abitanti nei confronti dell’ufficiale romano.
In seguito il sito fu abbandonato ed andò in rovina. Solo intorno all’anno Mille, l’Ordine Benedettino iniziò la costruzione di un complesso monastico, in stile romanico, utilizzando il materiale di recupero della villa romana per la chiesa, il presbiterio, il portico ed infine il convento. Tra le varie tracce si notino le metope romane utilizzate in facciata e nella zona absidale.
Al primo quarto del XII secolo risalgono i più antichi documenti nei quali l’abbazia viene nominata come dipendente dal monastero di Farfa, in terra sabina.
La chiesa è dedicata a San Faustino che la leggenda indica come discepolo e confessore del vescovo della Civitas Martana San Felice. La pianta è molto semplice, a unica navata con il soffitto coperto da capriate lignee e abside semicircolare. Esternamente l’abside è scandita da pilastri e conserva in basso una finestra rettangolare che illumina la cripta.
La facciata è stata rimaneggiata in tempi recenti con l’aggiunta di un portico moderno stilisticamente poco appropriato. Anche il campanile è di recente costruzione (1925) e rappresenta il tentativo di armonizzarsi con lo stile romanico della chiesa.
Durante i lavori di restauro del 1956 sono stati ritrovati, al centro dell’abside, due sarcofagi interrati nel XVIII secolo, dei quali uno è venerato come quello di San Faustino. All’interno sono pure conservati alcuni frammenti scultorei di varie epoche ed alcune iscrizioni tra le quali, interessante, quella che ricorda il passaggio del pontefice Pio II nel dicembre del 1462.
Nel tempo modifiche strutturali hanno riguardato la demolizione del presbiterio sopraelevato a copertura della cripta (probabilmente demolita o crollata agli inizi del 1700) e quindi il sotterramento dei sarcofagi, dopo aver livellato il pavimento e innalzato l’altare maggiore.
Sulla parete destra, con un alto basamento di blocchi di travertino e scandita da pilastri semicircolari, si conserva una porta, dalla quale, passando per il coro, si accedeva al convento. I benedettini, infatti, come detto, avevano eretto anche un convento, adiacente alla chiesa abbaziale, che oggi è stato trasformato in nucleo abitativo.
Ricordiamo, infine, che, all’interno è conservato un affresco del pittore aretino Sebastiano Florii raffigurante La Madonna del Rosario (1580).
Nelle vicinanze dell’Abbazia di San Faustino, sul tracciato della antica via Flaminia Vetus, è possibile visitare, su prenotazione l’antica chiesa di Santa Maria in Pantano, edificata tra il VII e l’VIII secolo, anch’essa sui resti di un edificio tardo imperiale.



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