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Massari è Massari, unico nel suo genere, queste sarebbero le parole con cui lo presenterei tutte le volte che ne avessi l’occasione e che oggi ho utilizzato in uno dei momenti in cui si è assentato dal nostro tavolo, alla pasticceria Veneto.
Oggi è stato un momento stupendo per un’iniziativa nata quasi per caso su facebook, il primo raduno ufficiale dell’Iginio Massari fan club, la possibilità di incontrare il Maestro e di potere apprezzarne gli aspetti che lo rendono un punto di riferimento nell’ambito della pasticceria ed un esempio di equilibrio e disponibilità.
E’ indescrivibile il tour de force a cui è sottoposto il laboratorio e tutto il personale della pasticceria, in questo periodo, e folle è stato il giorno scelto per incontrarlo ed averlo per noi per qualche minuto, ma siccome “Massari è Massari”, come in una pagina di un libro di favole, eccolo tutto per noi….
Si affaccia per un saluto e, dopo un salto nella veranda coperta, ci fa accomodare in pasticceria regalandoci una copia di “Vent’anni e non sentirli” e, mentre si liberava un tavolo all’esterno, eccomi fare da “anfitrione in casa Massari” tra vetrine colme di delizie ed una fila di clienti “in caccia” di lievitati praticamente introvabili.
E mentre gli occhi si appagavano sbirciando “setteveli”, “charlotte” e mille delizie, ecco che venivamo accompagnati, da un Massari elegante e cordiale (come sempre), ad un tavolino in cui ci avrebbe servito una delle sue specialità, un lievitato fatto con lievito di birra che rappresenta, più del pandoro, l’arte che può rivelare un impasto, nella consistenza e nei sapori: Il bussolà!!
Il bussolà, narrato e descritto dal Maestro Massari nello stesso momento in cui lo ha tagliato e servito a noi, descrivendone la lievitazione e la trasformazione delle farine ( che si usi una doppio zero o una integrale), con quello sguardo e quell’intonazione da affabulatore che ho avuto il piacere di cogliere in altri incontri con lui.
E mentre si allontanava, dopo avere stappato per noi due ottime bottiglie per brindare, ho continuato a tagliare questo morbidissimo esempio di “semplicità assoluta” ed ho descritto i motivi che mi spingono a ribadire che “Massari è Massari”, grande padrone di casa che ci ha aperto le porte della sua pasticceria in prima persona, ci ha offerto un dolce “simbolo” del suo percorso professionale ed ha condiviso con noi l’incontro, toccando argomenti di approfondimento tecnico, dissertando di gusto e sapore e di quali passi innovativi, l’arte pasticcera, abbia fatto negli ultimi quattro anni, rivoluzionando i principi tradizionali.
Al suo ritorno, ecco levare il calice insieme a noi per un rituale brindisi, l’immancabile rito dell’autografo sui libri e l’impegno, quello a cui molti ambiscono, di ritrovarci per un corso, per potere apprezzare l’arte che si nasconde dietro una semplice crema, un croccante biscotto, un soffice lievitato e dietro quella grande figura che rappresenta, oltre le sue grandi creazioni.
P. s. Se è vero che “dietro ogni grande uomo c’è una grande donna”, nella famiglia Massari le donne sono più di una, la moglie che è insostituibile dietro il banco e Debora che è stata, anche in quest’occasione, eccezionale.
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