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Massimo, ma quando cresci?

Creato il 16 giugno 2011 da Frankezze

Massimo, ma quando cresci?

L’altro giorno ho guardato Ballarò per un’oretta, il massimo che sono riuscito a fare.
L’argomento di discussione era l’esito del referendum, a dimostrazione di quanto siano faziose e scontate queste trasmissioni di estrema sinistra radicale terrorista armata. Le trasmissioni serie e neutrali eviterebbero di trattare eventi che potrebbero rimanere scolpiti nel tempo (speriamo), occupandosi, che ne so, per esempio di un omicidio irrisolto (ma pare che non fossero riusciti a costruire un plastico del referendum). Ma non è questo il punto.
Il punto è che a Ballarò, oltre al sempre presente Di Pietro nella sua nuova veste “oltre il berlusconismo”, oltre a Raffaele Fitto nella sua vecchia veste di politico senza motivo e persona inutile, c’era di nuovo lui, l’enigmatico leader del PD, colui che traccia la via ideologica, il filosofo Massimo D’Alema.
Io ho seguito Ballarò per un’ora solo per ascoltare almeno una frase di D’Alema. Se avesse parlato, che ne so, dopo 5 minuti avrei smesso subito.
Ma lui non interveniva. Parlavano tutti, tranne lui. Lo inquadravano, era molto riflessivo, fissava il vuoto.
Io pensavo, ecco adesso si esprime, sta per dire la sua. E invece no.
Ci costringeva all’immensa fatica di decifrare i discorsi di Di Pietro, che dominava il dibattito, ogni tanto interrotto dai vagiti di Fitto.
Dai Massimo, sorprendimi, dì una cosa di (centro) sinistra, o anche solo una cosa, un’osservazione intelligente. Niente.
Poi, ad un certo punto, Di Pietro ha detto: “E’ stata una grande vittoria della società civile”.
E’ stato in quel momento che lo sguardo di D’Alema ha ripreso vita, sguardo nel quale ho riconosciuto la passione di un tempo, quando la Falce ed il Martello erano tatuati sulla sua pelle.
Colpito nell’orgoglio dalla ignominiosa esternazione menzognera di Di Pietro, D’Alema non ci ha visto più: “E’ stata anche una grande vittoria del PD, perché il PD, insomma se il referendum fosse decaduto staremmo a parlare di sconfitta del PD, allora dobbiamo dire che in questa vittoria c’è grande merito del PD”.
Voglio essere onesto, ho aspettato che parlasse proprio perché mi aspettavo dichiarazioni del genere. Non mi aspettavo, invece, che in un’ora di trasmissione riuscisse a dire solo una vaccata del genere.
Cosa fa quest’uomo ancora seduto in parlamento? Chi crede di rappresentare quando rende pubblici tali ragionamenti? Non è stanco di perdere qualsiasi competizione politica alla quale prende parte? In tutta evidenza, pare di no.
Ma noi, che siamo comprensivi, preferiamo ricordarlo così.

Massimo, ma quando cresci?

(Massimo D’Alema ai tempi del Pci)


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