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Masterpiece, ovvero “ma chi lo aveva chiesto?”

Creato il 02 settembre 2013 da Narratore @Narratore74
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taglioAlta_001624-640x337Il 10 novembre parte Masterpiece. Per chi non sapesse di cosa si tratta, è presto detto: un reality, sulla scrittura, il cui vincitore verrà premiato con la pubblicazione di un suo manoscritto…

Siete ancora vivi?
Bene, perché oggi mi sento cattivo e di cose da dire credo di averne parecchie.
Perché il problema non è tanto che qualcuno abbia avuto la tanto assurda idea di portare il mondo della scrittura in televisione, come se fosse una kermesse canora, ma il fatto che a quanto pare siano già arrivati oltre 5000 manoscritti da parte di altrettanti autori in cerca di fama e gloria.
Perché è a questo che si riduce, ad un mero e vuoto desiderio di apparire.

Writer
Ovvio, si scrive per essere letti, questo possono dirlo tutti coloro che si cimentano in questa pratica. Non si scrive per lasciare i propri lavori dentro un cassetto, non serve a nulla e provoca solo insoddisfazione.
Però, da qui a farlo in un reality (la sola parola mi provoca un’eruzione cutanea) credo ce ne passi…
E poi, come diavolo potrà essere strutturato un reality sulla scrittura? Puntate intere passate a leggere ad alta voce testi magari mal riusciti, oppure assisteremo inermi a lunghi filmati in cui l’autore si strugge in un solitario silenzio mentre una voce fuori campo ci narra le gesta epiche dello scrittore di turno?
Non so, e forse non voglio nemmeno sapere.
E non intendo nemmeno pensare ad eventuali ospiti o comparsate famose…

Un altro fattore che mi lascia decisamente perplesso è il divario fra i vari generi letterari dei manoscritti, almeno stando a quanto riporta una famosa testata giornalistica sul proprio sito.
Fantasy e romanzi sentimentali sono fra i primi posti, seguiti da autobiografie, gialli e romanzi di varia natura (psicologica, drammatici storici e via dicendo, perché questo in Italia è considerato “romanzo”). Agli ultimi posti fantascienza e avventura.
No, l’horror non è nemmeno citato…
Tutto questo quando, spulciando un minimo Amazon, si scopre che invece all’estero le cose vanno decisamente in maniera diversa.
Quindi, lecito spaventarsi per quello che potrebbe accadere. Facile fare i calcoli, basandosi sulle informazioni appena ricevute: alla fine di questa assurdità ci ritroveremo con le librerie invase da un titolo che nei migliori dei casi sarà un urban fantasy, con derive amoreggianti e personaggi adolescenziali in preda a tempeste di ormoni incontrollabili.
E ci lamentavamo dei vampiri sbirluccicosi…

reality
Mi sembra scontato dire che non vedo il senso di tutto ciò, quando dall’altra parte è palese il momento nero delle nostre care e vecchie case editrici.
Senza considerare che sono dell’idea che il mondo dell’ebook e delle autoproduzioni non verrà, nella migliore delle ipotesi, nemmeno affrontato, portando a etichettare chi invece in questo universo un pochetto ci crede ancora, come illusi o poveri disperati che non sanno come fare per farsi leggere.
Snobbismo a manetta cari miei, e noi ci siamo dentro, come un enorme lavatrice in cui tutto è rimescolato e risputato fuori ormai troppo rovinato per essere preso in considerazione.

In un paese che vede più scrittori che lettori, questa è proprio la peggiore delle manovre da portare avanti, ma il fatto inquietante è che credo sia giusto, dal loro punto di vista, farlo.
Perché?
Semplice: fino a quando ci saranno persone che vedranno la gloria dietro una bella promessa, i reality continueranno ad esistere. E i loro creatori si arricchiranno sulla pelle di persone illuse e abbagliate da un successo effimero.
Ma questo è un discorso lungo, che tocca altri concetti non solo la scrittura.
Per quanto riguarda Masterpiece so che il sottoscritto non lo guarderà. Non intendo dargli nemmeno la facoltà del dubbio, neanche quella piccola scintilla di possibilismo che sono disposto a concedere a tutto.

Stavolta no.


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