Il sesso e la vita negli anni ‘50
Master Of Sex è una serie storica. Ma come, non si parla di sesso? Certo che sì, ma di sesso visto anche secondo l’importanza storica che ha rivestito, e che d’altra parte riveste tutt’oggi, nei cambiamenti sociali, così come nell’evoluzione della pop culture. Ad occuparsi di una tematica che nella puritana America, e non solo, è ancora tabù è il network statunitense più trasgressivo, Showtime, lo stesso di serie molto esplicite come Californication e House of Lies e che in passato ha trasmesso anche i telefilm gay The L Word e Queer as Folk. Potete quindi immaginare che l’argomento viene trattato senza troppi peli sulla lingua e che, fin dall’episodio pilota, abbondano le scene di sesso e di nudo. Come dicevamo in apertura, Masters of Sex è però pure una serie storica, ispirata alla vera vita del Dr. William Masters e della sua assistente Virginia Johnson a cavallo tra gli anni Cinquanta e i Sessanta. Lui era uno dei ginecologi più stimati del periodo, lei una ex ballerina che diventa la sua segreteria nonché preziosa aiutante nei suoi studi. Quali studi? Degli studi vietati all’epoca sulla sessualità, un argomento che nessuno prima aveva studiato seriamente in ambito scientifico. L’approccio molto razionale del dottore, unito a quello più libertino e godereccio della sua assistente, promettono già dal pilot scintille. La tensione sessuale tra i due è palpabile fin da subito e la serie è molto giocata sulle due opposte tendenze: da una parte l’America bigotta degli anni ’50, a dirla tutta non poi così distante da quella odierna, dall’altra la voglia di trasgredire, di sperimentare, di lasciarsi andare. Da una parte la ricerca scientifica, dall’altra il sesso come rivoluzione. Mentre in tv all’Ed Sullivan Show compare Elvis Presley e porta dentro le case degli americani il rock’n’roll, ma anche delle mosse di ballo molto sensuali, il Dr. Masters e la sua aiutante compiono un non meno importante passo per “sdoganare” il sesso in ambito medico.Le pruriginose indagini in campo sessuale dei due avranno delle conseguenze anche nelle loro vite private, con lui in crisi matrimoniale perché non riesce ad avere un figlio con la moglie e lei che, con già due divorzi alle spalle, non vuole legami fissi. Particolarmente moderna è proprio la figura della Johnson, interpretata dalla simpatica Lizzy Caplan, vista finora in ruoli più che altro comedy in Mean Girls e nelle serie Party Down e New Girl; una donna che si comporta come un uomo, soprattutto da un punto di vista sessuale, cosa che, negli anni ’50 e quindi in un’epoca molto pre-Sex and the City, non è così comune. A lasciare qualche dubbio è invece il protagonista maschile, interpretato da un impeccabile Michael Sheen, quello de Il maledetto United ma anche cattivone nella saga di Twilight. Non perché sia un personaggio poco interessante, tutt’altro. Il suo atteggiamento molto scientifico e precisino può però rendere difficile empatizzare con lui. Se però persino un serial killer come Dexter, tanto per citare il protagonista di un’altra celebre serie di Showtime, è riuscito a rendersi simpatico e umano agli occhi del pubblico, episodio dopo episodio ce la potrebbe fare anche questo freddino Masters.Al di là di questo dubbio, la serie è partita con un pilot davvero notevole, splendide atmosfere retrò che ricordano Mad Men così come The Hour, una tematica pruriginosa trattata in maniera raffinata e allo stesso tempo aperta e tanti altri spunti che la segnalano come la novità più intrigante dell’autunno americano. Una serie molto sexy, ma anche parecchio storica. Chi l’avrebbe detto?
di Marco Goi per Oggialcinema.net