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Matrimonio gay: Hollande apre la finestra, ma chiude la porta

Creato il 14 dicembre 2012 da Yleniacitino @yleniacitino

Il ragionamento è tipico di un azzeccagarbugli, ma fila liscio come l’olio. Il codice civile non specifica che legittimo è solo il matrimonio tra uomo e donna. Dunque, nulla impedisce che sia anche tra individui dello stesso sesso. Voilà la nuova riforma del diritto di famiglia francese.

Mentre in Italia si pontifica ancora sulla legge 40, in Francia si va oltre: matrimonio fra omosessuali e anche, forse, parità di diritti sulla procreazione assistita. Ça va sans dire, maggiori tutele per la cosiddetta omogenitorialità.

Tema tanto à la page quanto scottante, i diritti dei gay sono stati il carosello della campagna delle presidenziali di Hollande. La sua giovane portavoce, Najat Vallaud-Belkacem, già in settembre annunciava in un meeting di associazioni LBGT che “riconoscere l’omogenitorialità può essere fatto in diversi modi”, ad esempio estendendo “l’assistenza medica alla procreazione con donatore anonimo, a tutte le coppie, senza discriminazione”. Un gioco da ragazzi visto che “François Hollande ha preso l’impegno che quest’insieme di riforme saranno portate a termine entro la primavera del 2013”.

Eppure, lo sdoganamento parlamentare mostra tutta la difficoltà dell’operazione. Il vespaio nato dalle prime consultazioni ufficiali ha messo sull’allerta le suffragette delle associazioni omosessuali, corse subito ad invitare Hollande a non ritirare eventuali emendamenti volti ad estendere la procreazione assistita ai gay.

Anche perché proprio la parte sulla procreazione assistita era già stata prontamente stralciata dal progetto di legge presentato in Consiglio dei Ministri lo scorso 7 novembre. Cambio di rotta giustificato con l’opportunità di discutere della questione in una diversa legge, che tratti di bioetica.

Ma la battaglia è già annunciata: il 16 dicembre Parigi ospiterà una grande manifestazione sulla parità dei diritti e sull’allargamento del matrimonio alle coppie gay, alla quale si sono associati il famoso cantante Ricky Martin e l’ex difensore di Parma e Juventus Thuram.

Per evitare la guerra, alcuni parlamentari francesi si sono comunque impegnati in un mandato esplorativo in Belgio. Pioniera in materia, Bruxelles ha detto sì ai matrimoni gay già dieci anni fa, scelta che oggi non rimpiange perché, dicono gli esperti, non ha messo in pericolo i valori fondanti della società come si temeva. Tra l’altro, in Belgio la procreazione assistita è autorizzata liberamente sia per le coppie omosessuali che per le donne sole. E pare che i figli di due mamme o di due papà siano più svegli, elastici ed open-minded dei nati da un classico matrimonio.

La carta decisiva Parigi la gioca il 29 gennaio, data in cui si presenterà all’Assemblea francese il progetto di legge finale.

YC


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