Una puntata che getta uno sguardo riassuntivo sulle interviste esclusive rilasciate a Matrix nel 2010, dai protagonisti della cronaca nera come quella ad Antonio Stasi, Mario Frigerio (strage di Erba) e per finire ad Raniero Busco (fidanzato di Simonetta Cesaroni all’epoca della sua morte).
Ospiti in studio a coadiuvare il conduttore Luciano Garofano comandante dei Ris e Ilaria Cavo, giornalista televisiva specializzata in cronaca giudiziaria.
Si parte con l’intervista che ha sicuramente suscitato più polemiche e ha fatto molto discutere quella ad Alberto Stasi che dopo la sua assoluzione ha accettato il faccia a faccia Tv con Alessio Vinci:“Ci tengo a spiegare perché non ho mai voluto gridare la mia innocenza, semplicemente perché volevo che prima fosse dichiarata da un giudice. Ora che mi hanno assolto vorrei che le persone capissero cosa vuol dire essere accusato, non solo ingiustamente ma con una cosa aggiuntiva e cioè l’aver fatto del male ad una persona a cui ho voluto bene”.
La vita di Chiara Poggi è stata interrotta da qualcuno che non è ancora stato scoperto. Una ragazza che voleva un futuro, appena laureata, sognava di diventare manager, una figlia modello, chi poteva voler male ad una ragazza così? C’erano ombre nella sua vita? A chi ha aperto la porta quella mattina, al sua ultima mattina di vita?
Essendo dalla parte accusatoria, Garofano afferma che pur rispettando la sentenza è necessario cercare tracce peritali, perchè in appello ci si troverà di fronte a sorprese sulla dinamica dell’omicidio che non sono ancora state sviscerate e approfondimenti scientifici che daranno esiti diversi. Anche Ilaria Cavo dichiara che in questa vicenda ci sono elementi ancora da approfondire, come lo stesso movente che potrebbe essere collegato ad una discussione imprevista, avvenuta in seguito a presunte scoperte fatte da Chiara nel computer di Alberto.
A distanza di tempo (avevo già riassunto la puntata di Matrix del 12/04/2010: La Tv, scava nella cronaca nera. Il caso STASI appassiona) riguardando il viso calmo dell’intervistato si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un ragazzo di natura riservata, forse un po’ timido che può risultare freddo ma al contempo genuino, un ragazzo che deve forzatamente difendersi. – “ Ho avuto paura, la paura di subire un’ingiustizia, in carcere quattro giorni sembrano pochi, ma sono lunghi, per una persona che è innocente, ero solo e ho pianto dentro di me”!
Di questo caso mediatico ci restano le ultime parole dell’intervista di Stasi:
”La convinzione della mia innocenza è stata la mia forza maggiore”.
Altro fatto di cronaca che nonostante il tempo ci coinvolge ancora è quello legato al delitto di Simonetta Cesaroni avvenuto ormai venti ani fa, di cui l’unico imputato è proprio il fidanzato: “Chiunque sarebbe crollato in tutto questo tempo, quello che avevo da dire l’ho detto all’epoca. Si è parlato a lungo del mio alibi, ma purtroppo a causa di una non trascrizione del mio interrogatorio mi è stato richiesto sedici anni dopo…ma, posso ricordarmi tutto con precisione?. Manca la mia deposizione di allora che era veritiera, non capisco perché devo ancora pagare le conseguenze. Affronterò tutto a testa alta, non mi sono mai tirato indietro, però non capisco…sono stato preso in mezzo, ma l’assassino non sono io. Credo sia stato una persona del suo ambiente di lavoro. Io ribadirò sempre la mia innocenza ma sono preoccupato”.Sicuramente rivalutare un processo dopo venti anni, rende tutto molto più difficile, nonostante ciò le analisi del DNA e di altri reperti, possono essere effettuate in modo più scrupoloso rispetto al passato, la sensibilità delle tecniche oggi a disposizione potrebbero condannare o scagionare il signor Busco che peraltro non è ancora stato realmente accusato. Intorno a questa vicenda ruotano sempre gli stessi personaggi, il datore di lavoro e il portiere che si è suicidato lasciando un messaggio inquietante : Venti anni perseguitato senza nessuna colpa!
Per ultimo il testimone chiave della strage di Erba, Mario Frigerio : “Mi ricordo tutto, mi ha colpito e mi ha tagliato la gola, era Olindo. – Il loro problema è che sono riuscito a campare e sono riuscito a testimoniare, chi sono realmente gli assassini”.Anche se la difesa ha puntato tutto cercando di screditare il testimone smontando i suoi ricordi, gli unici imputati restano loro, ma senza la testimonianza di Frigerio sarebbe molto difficile constatare la colpevolezza dei due imputati. “ Finalmente tutto è terminato, la sentenza ha dimostrato la verità, la giustizia ha trionfato e la condanna è stata una liberazione. Quello che dice Olindo non mi interessa, io ho sempre detto al verità”!
Matrix ci lascia, nel caldo estivo in compagnia dei nostri pensieri che vanno oltre la giustizia umana istituzionalizzata che opera con una sentenza impositiva e codificata.
Ciascuna di queste persone deve fare i conti con quel senso di giustizia innata che impegna ogni singolo individuo a tenere un comportamento onesto, corretto e non lesivo nei confronti dei propri simili. Un comportamento morale a cui ciascuna coscienza è chiamata a rispondere.