La notizia è di quelle che ridefiniscono intere categorie esistenziali e consolidati limiti spazio-temporali: Matt Pike ha indossato una maglietta. Ma attenzione, non si tratta di una delle solite canottiere sporche di ketchup e birra con cui talvolta capita di incontrarlo dopo i concerti. No, stiamo parlando di una t-shirt vera e propria, tipo quelle utilizzate da noi comuni mortali.
L’incredibile evento è stato immortalato nelle foto promozionali del prossimo album degli High On Fire, Luminiferous, in uscita il 23 giugno via eOne Music. Stando alle immagini, Pike sembra aver quasi ultimato la metamorfosi in Danny Trejo, anche se i baffoni alla messicana non sono una sorpresa per chi ha avuto la fortuna di vederlo all’opera ultimamente.
Registrato presso i GodCity Studios del fido e sapiente Kurt Ballou, il successore di De Vermis Mysteriis è anticipato dal singolo The Black Plot, probabilmente il pezzo più ignorante uscito nella prima metà del 2015: solito sound grasso e furioso, ritmica serratissima e headbanging assicurato.
Secondo ciò che il bel Matt ha confessato a Rolling Stone, il brano affronta la spinosa questione di come gli alieni rapiscano la gente e manipolino il nostro passato, presente e futuro: gli extraterrestri, infatti, vivrebbero tra noi fin dalla notte dei tempi e avrebbero costruito sia le piramidi d’Egitto che le ziqqurat mesopotamiche. Il vero problema, tuttavia, è che da millenni queste creature senza cuore si tromberebbero sistematicamente le donne migliori del pianeta, e capite che in tal caso ci sarebbero tutti gli estremi per scatenare una guerra galattica.
Il cantante degli High On Fire, in quanto good human being (cit.), ha perciò deciso di smascherare l’orribile complotto, aprendo gli occhi agli sprovveduti e difendendo la nostra razza con gli unici mezzi a sua disposizione: la voce e i riff.
Non so voi, ma io di lui mi fido ciecamente. Perché Matt Pike non è l’eroe che meritiamo, ma quello di cui abbiamo bisogno.