In realtà Brigandì consegnò il fascicolo alla giornalista del quotidiano "Il Giornale" Anna Maria Greco, che lo utilizzò per scrivere un articolo denigratorio nei confronti della Boccassini.
Curiosamente, il fatto avvenne la settimana successiva a quella dell'incriminazione del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per il "processo Ruby".
Per la stessa vicenda è stato accusato anche un collaboratore di Matteo Brigandì, Fabio Faccaro.
Ieri il plenum del CSM ha dichiarato Brigandì decaduto dalla carica di consigliere laico per non essersi dimesso in tempo dalla carica di amministratore della società Fin Group S.p.a. La carica di consigliere laico del CSM è, infatti, incompatibile con quella di consigliere di amministrazione di una società commerciale.
La Procura di Roma, che indaga anche su questa vicenda, ha notificato all'ex consigliere un avviso di chiusura delle indagini. Si ipotizza il reato di falso: all'epoca della nomina al CSM, Brigandì ha omesso di comunicare la carica ricoperta della Fingroup S.p.a., inducendo in errore l'organo di autogoverno della magistratura.
Il processo per il reato di abuso d'ufficio inizierà il 31 ottobre 2011.
Roma, 14 aprile 2011 Avv. Daniela Conte
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