Matteo e Angela, la strana coppia
La prima visita di Matteo Renzi al Cancellierato tedesco risale al luglio dello scorso anno. Allora fu un incontro informale e privato. Le informazioni trapelate furono scarse. Qualche giorno dopo quell’incontro Angela Merkel, nella conferenza stampa prima della pausa estiva, ammise di aver incontrato l’allora sindaco di Firenze: “Non è stata una visita straordinaria ed inusuale. Volevo conoscere un nuovo politico italiano. L'ho trovato molto interessante. E poi Firenze è una bella città". Renzi, qualche mese dopo, rivelò che Merkel, da grande appassionata di calcio, gli chiese anche dell’attaccante tedesco Mario Gomez allora in procinto di trasferirsi a Firenze. Chissà se Angela Merkel avrebbe immaginato di incontrarlo a Berlino da Presidente del Consiglio appena otto mesi dopo.
Matteo e Angela sembrano essersi piaciuti subito. Eppure, a parte la passione per il calcio, non potrebbero essere più diversi: 59 anni lei, 39 lui. Sobria, attendista, attenta e rispettosa dei rituali lei. Disinvolto, cool (come l’ha definito la Frankfurter Sonntagszeitung) e sfacciato lui. Protestane lei, cattolico lui. Merkel non ha un profilo twitter mentre Renzi fa del social network uno dei suoi principali strumenti di comunicazione politica. Nonostante questa diversità Matteo e Angela hanno compreso di aver bisogno l’uno dell’altra. A Renzi serve il sostegno di Merkel per accreditarsi a livello internazionale e Merkel è consapevole che Renzi è l’ultima chance per riallacciare il filo spezzato delle relazioni politiche tra Berlino e Roma. Il sentimento antitedesco e antimerkeliano in Italia è crescente e durante l’imminente campagna elettorale europea raggiungerà l’apice. Questo clima non fa bene né agli scambi commerciali né alle relazioni politiche tra i due Paesi. Con l’aiuto di Renzi, la cancellliera tedesca tenterà di scucirsi di dosso l’impropria immagine di regina dell’austerità.
Il Presidente del Consiglio italiano non andrà a chiedere di avere una deroga rispetto ai limiti imposti dall’Europa. Merkel, d’altronde, non potrebbe prendere alcun impegno in questo senso. Renzi dovrà convincere la cancelliera di non essere uno dei tanti presidenti del consiglio che si avvicendano a Roma. Basti pensare che dal 2005 a oggi, la cancelliera ha visto passare ben cinque Premier (Berlusconi II, Prodi II, Berlusconi III, Monti, Letta e Renzi) e sei governi. La missione di Renzi sarà di riuscire a trasmettere credibilità e fiducia impegnandosi a rispettare gli impegni in Europa. Del resto Renzi stesso in una lunga intervista dello scorso novembre al direttore italo-tedesco della Zeit Giovanni Di Lorenzo, ricordando la visita alla cancelliera dello scorso luglio, ha riconosciuto che l’Italia deve ridurre il proprio debito pubblico e che Italia e Germania hanno gli stessi interessi.
Per Renzi, questa seconda visita a Berlino sarà molto diversa. Su di lui si concentreranno gran parte delle attenzioni. La stampa tedesca ha già dimostrato un discreto interesse per il vertice italo-tedesco tra Merkel e Renzi. La Süddeutsche Zeitung ha evidenziato che la cancelliera porrà a Renzi le stesse domande che gli pongono a Roma e che gli porranno a Bruxelles: “Dove troverà la copertura finanziaria per le riforme annunciate la scorsa settimana a Palazzo Chigi? Renzi - definito dal giornale tedesco maestro calcolatore (Rechenmeister) - sa molto bene di dover rispettare il patto di stabilità” (Andrea Bachstein, Süddeutsche Zeitung). Più ironica e sferzante la chiave di lettura della Frankfurter Sonntagszeitung secondo la quale il nuovo Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha tentato di mostrarsi come “venditore porta a porta” alla propria maniera. Durante la conferenza stampa a Roma ha messo in piedi uno show con faccia da poker e presentazione powerpoint. L’obiettivo era duplice: presentarsi come un tipo cool e portare soldi tra il popolo.
L’incontro a Berlino non sarà decisivo per il profilo internazionale del neo-premier italiano, lo sarà molto di più il prossimo consiglio europeo. È però l’occasione per farsi conoscere dall’opinione pubblica e dalla società tedesca sempre molto scettiche nei confronti dell’Italia. All’ordine del giorno c’è anche la crisi Ucraina con la proposta di ieri della Cancelliera di un rafforzamento dell’OSCE in Crimea. Insomma, questa volta non basterà parlare delle reti di Mario Gomez con la maglia della Fiorentina che Renzi porterà in omaggio alla cancelliera tedesca.
Ubaldo Villani-Lubelli
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