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Matteo Greco: Tre poesie

Creato il 23 dicembre 2010 da Fabry2010

 

Matteo Greco: Tre poesie

Si prega di obliterare

 

Che cosa obliteriamo nelle stazioni?

Alla fine del giorno

Che gradino saliamo

All’inizio del cuore?

 

Era meglio quando scartavamo

Le sere senza assaggiare?

Era meglio quando pioveva

E ci arrossivano gli ombrelli?

Quanta febbre ci è rimasta nelle scarpe?

 

Non lo so, vorrei solo

Che mi toglieste

Questo vetro  tra me e me:

Fatemi stare vicino, fatemi fare

Una carezza

- Piovono bisturi sopra i binari -

Mi posso dire due parole?

 

Cosa ritiriamo assieme alla luce delle sei?

Quanti punti abbiamo accumulato negli uffici?

Certe volte ho paura di infilare la mano in tasca

E sentire cosa sto pensando.

 

Certi giorni

finiscono senza resto,

infilo la chiave nella porta

ed era proprio

l’ultima nota rimasta

in mezzo ai biglietti della metro.

 

Chiudo gli occhi, sul balcone,

e sento battere le stelle sotto la camicia.

 

Poi vengo a letto e ci addormentiamo

Con la prima onda

Lasciando quattro gambe sopra le lenzuola.

 

Back home.

 

Gli intellettuali avrebbero voluto

Scaccolarsi la testa

Finché erano piccoli

Poi, tirar su una donna e una terra

e baciare la terra

e innaffiare la donna.

 

Gli scienziati arrivano a un punto

Che si alzano e vomitano

Equazioni perfette

Che non fanno dormire.

 

Allo scrittore piacerebbe

Ogni tanto

Aprire un libro

E sentire i grilli

E sporcarsi di fichi

E appiccicarsi d’anguria

E altre meraviglie del genere.

 

Gli piacerebbe

Chiudere il libro

E innestarsi nel campo

Coi pomodori sterminati

Coi cocomeri sventrati

Far brillare la miccia

Dar da mangiare al giorno.

 

Chiudere il libro

E alzare una veste

Scambiarsi il sapore

Pisciarci,

Sul sogno.

 

Chiudere  il libro

E atterrare

Assieme all’estate

Lui,

Le pesche stordite

Le zanzare ingozzate

Le tette spogliate.

 

Guadagnarsi la terra.

Regalarsi la terra.

 

Affanculo le stelle!

Questo giorno

 

Questo giorno è roba mia

Una tazzina di mattino, grazie

Macchiato

Col rumore dei motorini

E ci voglio la schiuma

Delle studentesse che salutano.

Buonmondo Giorno!

E, guarda che non ti devo niente

E neanche tu mi devi niente.

La colazione la offro io

Tu fatti cavalcare.

 

E se per caso

Ti venisse in mente di morire

Questa sera

Se ti senti mancare

All’improvviso

All’angolo di piazzale Loreto

Sotto i fili dei tram

Sotto questo cielo sforbiciato

Se ti venisse in mente di scappare

Te lo dico,

Devi fare svelto

Perché, ti dico,

Ti prometto:

Ti riacchiappo

Che domani

Ne voglio ancora

Di barracuda negli uffici

Di aragoste sedute ai tavolini

Di cavallucci che sculettano nel corso

E guarda

Che non ti devo niente,

Che stavi morendo

Anche questa notte

E ti ho portato a casa

E ti ho messo a letto

Quindi vedi di pompare

Questo sangue e questo sole e questo vento

Di fine luglio

E

Portami una tazza di mattino

Macchiato

Col rumore dei motorini

E ci voglio la schiuma

Delle studentesse che salutano:

Buon mondo giorno!

 

Il quadro è di Francesco Balsamo



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