Matteo Renzi e l’AGENDA POLITICA al tempo del digitale – di Michele Di Salvo in Micheledisalvo.com

Creato il 07 luglio 2014 da Paolo Ferrario @PFerrario

la vera rivoluzione nel linguaggio politico di Matteo Renzi non stia più in uno slogan – seppure efficace e virale – come “Adesso!” o “#cambiaverso” ma consista nella capacità di trasformare e dettare il vocabolario rituale della scena politica.
La forza di Renzi sta nell’essere riuscito a imporre, sin dall’inizio, e sia in attacco che in difesa, un vero e proprio vocabolario al quale si sono adeguati alleati, amici, antagonisti ed avversari. Dal generico “staisereno” al “tiziochi?” Matteo Renzi ha rubato la scena del web anche a chi sino a qualche mese prima l’aveva dominata, addirittura obbligando Grillo e Casaleggio ad adottare le stesse parole d’ordine trasformate in hashtag su twitter o parole tag su siti e socialnetwork.
Quella che è cambiata – è bene comprenderlo e chiarirlo – è la comunicazione come sistema, in cui tra televisione e giornali si è inserito “il tempo del web”, rimodulando la struttura e i tempi della notizia, ed anche il mondo dei media come linguaggio, in cui sempre più spesso ciò che avviene e come avviene e viene raccontato in rete entra nei media tradizionali e fa notizia, ma in cui anche il web è cassa di risonanza e trasformazione della notizia del giornale e di tg e talk.
In questo tempo le ritualità cui eravamo abituati non resistono più perché non sono più idonee alla permeabilità del mezzo. E i nuovi leader possono essere definiti esattamente così: coloro che sono capaci di creare sintassi e linguaggi permeabili e permeanti. E la loro forza sta nell’obbligare i propri avversari ad adeguarsi a quelle sintassi e “citare” quegli slogan per essere riconoscibili.
Su questa base – che potremmo definire “di linguaggio” – si inserisce il concetto di autorevolezza politica, questo si immutato nel tempo, e tuttavia nuovo nella politica italiana, storicamente incline alla mediazione ed al multi-leaderismo della concertazione e parlamentarizzazione.

Renzi “detta l’agenda”, nel senso più ampio dell’espressione: da un lato, come premier, lancia i temi e le proposte di governo, dall’altro come leader politico “obbliga” i players della scena politica ad adeguarsi al tema. In altre parole “per esistere” mediaticamente chiunque, dai leader degli altri partiti agli stessi democratici, devono adeguarsi all’agenda tematica, esprimersi e restare su quei temi, pena l’esclusione come “soggetti avulsi dal contesto”.

DA Renzi e la politica al tempo del digitale – Micheledisalvo.com.


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