9 DICEMBRE – Proprio mentre infuriano proteste e scioperi per chiedere la dimissione dei parlamentari, il quadro politico italiano vede affacciarsi, sulla sua scena, due personaggi a lungo discussi: Matteo Renzi e Matteo Salvini.
Il sindaco di Firenze, osteggiato dai politici di lungo corso del PD per le sue ambizioni da “rottamatore”, nella giornata di ieri ha riportato una vittoria schiacciante alle primarie del Partito Democratico. Le urne lo hanno consacrato vincitore con il 67,8% dei consensi, mentre gli sfidanti Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati si sono attestati, rispettivamente, a quota 18% e 14,3%. Renzi aspettava da tempo questo momento. Dopo la sconfitta contro Pierluigi Bersani, alla scorsa competizione elettorale, era sembrato demoralizzato, aveva parlato di un’Italia “non ancora pronta per il cambiamento”. Ora che il tempo di cambiare è giunto, nel suo primo discorso da vincitore ha affermato: “Lo so che l’inizio è decisivo. Ho due mesi per imporre un segno, far capire che non scherzavamo e vedere se riusciamo a fare questa benedetta legge elettorale”. E, con riguardo al rapporto di amore e odio che lo lega al Premier Letta aggiunge: “Io patti con Enrico non ne ho. Magari li faremo, ma per ora non ne ho. E dico di più: avrei fatto un accordo per andare anche oltre il 2015, ma non capisco lui che vuol fare, cosa ha in testa e fin dove vuole arrivare. Se non capisco, mi spiace, io patti non ne faccio”.
Positivo anche il dato dell’affluenza alle urne. Alle 17 di ieri era già stata superata la soglia psicologica dei 2 milioni di votanti, tanto che Guglielmo Epifani, segretario uscente, ha espresso la sua soddisfazione “oltre ogni previsione”.
Dall’altro lato, vittoria schiacciante anche per Matteo Salvini contro Umberto Bossi. Alle primarie della Lega Nord, aperte tuttavia ai soli iscritti, l’eurodeputato si è attestato all’82% delle preferenze, mentre il padre fondatore del Carroccio ha guadagnato appena il 18%. Salvini ha commentato il risultato dicendosi onorato dell’investitura e ricordando, a chi obietta che ha votato appena il 60% degli aventi diritto, che si è trattato di un’esperienza senza precedenti nella storia della Lega.Salvini, che resterà in carica fino a luglio 2015, auspica che la Lega torni alle origini, riprendendo le lotte per l’autonomia perché “ (…) Ci siamo rotti le palle che Bruxelles ci dica come dobbiamo vivere, questo è un gulag”. Promette, inoltre di dare battaglia politica in Parlamento e a livello locale contro gli sprechi e contro le iniziative contrastanti con gli interessi della collettività. “Già dal 2014 voglio tentare di abolire la figura dei prefetti, gli sprechi sono tutte le presenze di occupazione di uno stato ladro. Quanto a amnistia e indulto; le proteste dei grillini in Parlamento saranno all’acqua di rose in confronto a quello che faremo noi. Non faremo uscire dal carcere nessun delinquente. Questa Lega sarà una Lega di battaglia, ora basta mediazioni, tiriamo dritti per la nostra strada”.
Silvia Dal Maso
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